Posts written by fabrizio3

view post Posted: 27/2/2021, 20:15     Critiche ( poco costruttive) a EverLang - Iniziative e Progetti


(Messaggio da un Utente)
Ciao, il tuo progetto non ha nulla a che fare con la ricerca e lo sviluppo di un "linguaggio" per di più universale. Dovresti ridefinire il forum come "condivisione sociale della passione per la natura attraverso l'arte".

_______
R

ciao, quella che suggerisci è in effetti una delle finalità di questo progetto / Movimento culturale.

Ma questo passa attraverso una sintesi linguistica : forse le mie spiegazioni sono troppo prolisse, e comunque la lingua che si tenta di costruire è davvero molto diversa, e proprio alla radice, da qualsiasi lingua naturale o finora ''inventata''.
Può risultare molto disorientante e lo capisco.

Non so quali post tu abbia letto .... e purtroppo sono anche scomparse nel tempo tutte le immagini (per colpa del sito hosting) che potrei comunque ripostare.
Senza immagini che valgano da esempio, è ancora più difficile entrare nello spirito di questo progetto.

Le lacune sono ancora molte (infatti invitavo esperti di varii settori ''naturalistici'' a contribuire) così come sono da esaminare e valutare insieme possibili incongruenze logiche.

Ma fin dove la ho sviluppata posso dire che ''funziona'' : non tutti certo, ma almeno alcune persone a cui ho sottoposto esempi sono riuscite ( disponendo di conoscenze naturalistiche adeguate), a ''capire da sole'' -quello che dovrebbe essere il fine - il Significato di alcune delle ''parole'' ( = combinazioni di immagini) da me proposte.

La pretesa di ''universalità'' discende appunto dal fatto che non si tratta di una lingua banalmente ''inventata da me'', ma della paziente codifica di ciò che succede realmente e usualmente in natura : rapporti tipici tra organismi viventi, assunti come Modelli Significanti.

Ed è per questo che persone ''senza dizionario'', ma con conoscenze naturalistiche possono capire ''da sole'' il senso di una data combinazione di immagini.
Sotto questo aspetto è ''universale'' perché - per es - il fatto che una data specie animale manifesti un determinato stato umorale con una certa postura/colore/movimento, è qualcosa di indipendente dal tempo dall'epoca e dal luogo dove lo osserviamo.
Come una verità di Scienza, insomma.

Se vuoi approfondire o chiedermi chiarimenti su esposizioni poco chiare che trovi sul forum ( e temo che ce ne siano....) domandami pure:)
Puoi anche aprire topic specifici se lo desideri.
ciao

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[Ma questo passa attraverso una sintesi linguistica : forse le mie spiegazioni sono troppo prolisse, e comunque la lingua che si tenta di costruire è davvero molto diversa, e proprio alla radice, da qualsiasi lingua naturale o finora ''inventata''.]


Appunto è diversa da qualsiasi lingua naturale proprio perchè non è una "lingua" naturale ma artificiale. Non è dissimile da altre lingue artificiali se non per alcuni elementi che in realtà nemmeno la identificano come idonea ad un linguaggio
Con il termine "universale", in linguistica, si intende che può essere compresa da tutti. La tua "lingua" non può essere compresa da tutti poichè, come tu stesso hai affermato, necessita di consocenze naturalistiche. "ciò che accade in natura" è una definizione troppo allargata, essendo troppo allargata risulta impossibile da codificare. Per codice in linguistica si intende un insieme di segni, nel tuo progetto non è contemplato l'uso di segni. La tua "lingua" è più simile ad indovinelli, è "a posteriori" e deduttiva; dunque non corrisponde a ciò che può essere definito come "lingua" nemmeno artificiale. Queste sono considerazioni logiche che rimarcano tue contraddizioni in termini e negazioni di ciò che è il concetto di linguaggio nella disciplina moderna

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R.:
....Per la verità, le possibili ''incongruenze logiche'' cui facevo riferimento sono di tutt'altro genere ;) - andrebbero verificate tuttavia sul piano empirico/sperimentale; non su quello accademico/speculativo, sulla base di ciò che ha ''stabilito'' questo o quell'altro filosofo del linguaggio o affine ''intellettuale''.
Siamo oltre questo stadio: e volutamente , se ancora non fosse chiaro.

EverLang è un SIstema Linguistico a base integralmente realistica: ed empirica ne è per forza di cose la validazione.


Un empirismo che vede integrata la Oggettività dei Fenomeni Naturali ''esterni'' con la Soggettività degli schemi interpretativi umani (in ultima analisi però ''oggettiva'' anch'essa, data la natura neurologica innata degli schemi medesimi).
Un nuovo terreno da esplorare anche in campo psico-antropologico ... se appena dotati di un'intelligenza all'altezza di comprenderlo e di gestirlo.

Tutte le Lingue sono comunque Realtà preesistenti a qualsiasi classificazione e codifica accademica a posteriori : un po' come è pure vero (anche se in assai maggior misura) per gli Organismi Viventi : e per quanto i biologi si qualifichino come ''scienziati'' , assistiamo anche qui a tentativi arbitrarii di stabilire ''a priori'' i confini tra le Specie, o / Come-Dove-SE una data specie debba esser presente in un determinato Continente /habitat ecc ecc... -_- ma per favore :D ...Sono arrivati loro, dopo 4 miliardi di anni :lol:
-Ancor più facile far questi giochetti con il Linguaggio, che è in fondo una creazione umana esso stesso.


Per quanto riguarda EverLang , essa è più ''naturale'' di qualsiasi ''lingua naturale''. Per quanto ciò possa saper di paradosso....
Tutte le lingue esistenti infatti sono per definizione sistemi ''artificiali'' e convenzionali di codifica della Realtà : spontanee sì, quelle comunemente dette ''naturali'' , e invece ''intenzionali'' quelle create a tavolino ( ...ma spesso anche passeggiando o camminando nervosamente su e giù :D ) dal ''conlanger'' di turno.

EverLang è l'unica Lingua esistente in cui tutti gli elementi formativi sono naturali : e ''naturale'' ( = specchio delle oggettive interazioni tra gli Elementi medesimi) ne è la Semantica e la Sintassi.

.... E per forza, tutto questo non è contemplato nei testi di Linguistica correnti :D - guai se così non fosse : avrei proposto l'ennesima e inutile ''conlang'' (ne composi a 12 anni ma avvertii presto l'esigenza di andare oltre....)
-E già in quel caso non si trattava di una lingua ''a posteriori'' ma creata radicalmente ex novo (a meno che non intendi diversamente il concetto di ''lingua a posteriori''...)

-Se scoprissimo Vita extraterrestre basata su una biochimica abbastanza diversa dall'unica a noi nota e dunque non contemplata dai nostri testi, diremmo forse che ''non è Vita''..? Se ''funziona'' ( = se comporta metabolismo-crescita-riproduzione- trasmissione di informazione con margine per le variazioni) allora è Vita... magari anche più complessa di quella che conosciamo.

E' proprio questo il punto : la mia lingua prescinde alla radice dai Fondamentali del Linguaggio (essenzialmente dalla Arbitrarietà del Segno), non è ''simbolica'' ma iconica - senza tuttavia i vincoli dei linguaggi iconici, perché è articolata (uno stesso ''segno'' ricorre in combinazione diverse esitando in significati non-correlati).

-EverLang ha un ''inventario aperto'' (nel senso di Hjelmslev) di Protemi, che sono potenzialmente tutte le Specie Viventi ( e loro parti /organi - quelli umani in primo luogo).
Un inventario di ''iper-segni'' dunque vastissimo (ma non per questo ''infinito'' n.b.!) , questo è vero ; ma ciò non ne pregiudica affatto la funzionalità, e in pratica è auto-limitato dalla naturale distribuzione statistica, con pochi Elementi molto frequenti e una miriade di altri Elementi più o meno rari o occasionali.
Del resto , è "quasi"" aperto anche l'inventario dei segni del Cinese scritto; ma la frequenza d'uso definisce a posteriori un nucleo funzionale pratico di appena poche migliaia.

-EverLang prevede categorie radicalmente nuove, come ''Arciplerema'', ''Protema'', '' Attante esplicito'' e ''Proseidolìa'' sul piano espressivo .
Ovviamente non se ne trova menzione alcuna nella letteratura accademica, che si occupa delle lingue (o conlang) fino a oggi concepite.

Compito dei Linguisti ( intelligenti - ammesso che ce ne siano) non è quello di certificare l' "esistenza in vita linguistica" di EverLang, che si ''autocertifica'' benissimo da sé, grazie ai 4 miliardi di anni di Storia della Biosfera - scusa se è poco!- dei quali è intessuta.
Il loro compito è semmai quello di prenderne atto e di studiarla, come farebbero con qualunque altra lingua appena scoperta, specialmente se atipica (per es il controverso Piraha)


EverLang è un sistema di modelli : che permette pure -data la sua matrice radicalmente diversa - di valutare in modo nuovo categorie della vecchia linguistica. A partire dal ''significato'': che nel mio caso, senza necessità di tomi su tomi che dimostrino o smentiscano vaghi e opinabili filosofemi, è un Riscontro oggettivo /probabilistico di schemi di azione verificabili.

''Necessita di conoscenze naturalistiche'' .
Chiaro : ma qualsiasi ''codice'' necessita di "conoscenza" esterna!


La differenza cruciale è che in questo caso non occorrono "dizionarii" .
Se scoprissimo un testo antico in una lingua sconosciuta, questo resterebbe per noi un guazzabuglio di scarabocchi (dove potremmo scoprire, sì, ricorrenze statisticamente significative'; ma niente di più) .
-Se su un supporto fosse presente invece l'aggregato iconico di /Lingua-Geco-Occhio/, anche tra 100mila anni e in una probabile situazione di discontinuità culturale, un lettore intelligente potrà capire che :

1) non si tratta di un accostamento usuale e ordinario : quindi si voleva trasmettere un messaggio;

2) si domanderà quindi ''cosa succede?''-tra quei tre elementi. Cosa li lega?

-Anche tra 100mila anni (se non sopravviene una catastrofe totale) ci saranno dei Gechi e, presumibilmente, useranno ancora la lingua per detergere gli occhi (pressoché unici in questo nel Regno Animale).
Il lettore intelligente capirà (come ho potuto fin d'ora verificare- sia pur sporadicamente) che si vuole esprimere l'atto di ''pulire - detergere - lavare'' ecc ecc....

-Per inciso, le necessarie ''conoscenze naturalistiche'' - ivi incluse quelle sulla nostra stessa fisiologia - non fanno parte di un qualche contingente e arbitrario ''codice per la decifrazione''; sono al contrario parte integrante e basale di quella Conoscenza del Mondo, senza la quale, prima ancora del disporre o meno di ''codici'' di sorta, non avremmo niente da comunicare!
Un ''codice'' come lo intendono i ''linguisti'' è sempre un sistema arbitrario, oltre che artificiale. Ciò che ne prende il posto in EverLang, è la congerie dei Fenomeni osservabili in Natura : interazioni tra Enti-Protagonisti viventi, le cui corrispondenti icone (modulabili anche sul piano artistico) formano l'Inventario di Segni di EverLang : alfabeto e glossario al tempo stesso.


Lo spartiacque è nel fatto che per l'ipotetico reperto archeologico non troviamo accanto un dizionario bilingue; e tutto resta per noi un guazzabuglio grafico senza speranza.
Nell'esempio forse banale che ho proposto, la ''stele di Rosetta'' si trova invece sempre Là Fuori, codificata nel DNA di tutti gli Attori della Biosfera.

Basta cercarla. E rifletterci.

E per questo evidenzio ''intelligente'' riferito al lettore.
-Anche se resto molto diffidente e critico verso il criterio di ''QI'' in sé, se qui per praticità lo accettiamo potremmo dire che il fruitore ''medio'' - QI 100 - vedrebbe solo ''immagini'.
Fruitori da 130 in su inizierebbero a domandarsi se c'è un ''messaggio'' in quelle icone in sé incongruenti.
Da 140 in su tenterebbe di cogliere nessi /associare le immagini o comunque interpretarle; probabilmente fraintendendone però il senso ; forse cercando a ogni costo una più o meno dotta lettura simbolico/metaforica, dove invece semplicemente ne esiste una oggettiva/naturale, diretta e univoca.

Da 150 in su (e con nozioni bio-fisiologiche che tutti dovremmo avere) inizierebbe ad apparire quello che impropriamente definivi "...una sorta di indovinello'' - a fatica, ma forse già comprensibile.

Intorno a 160-170 si riuscirebbe a interpretare con sufficiente accuratezza il senso di una serie di combinazioni- iniziando faticosamente a ''leggere''.

-Lecito di qui immaginare una crescente speditezza e fluidità di lettura/interpretazione man mano che il ''Q.I." sale... Un ipotetico (non impossibile) fruitore con QI 180-200 potrebbe ''leggere'' correntemente (interpretando gli aggregati iconici in tempo reale) fin dal primo contatto con questa lingua.
Come se si trattasse della sua lingua madre, o quasi.


Non si tratta quindi -evidentemente- di una lingua proposta per la comunicazione o comunque per l'uso corrente.

Ma di un'esperienza linguistica ; senza dubbio capace - soprattutto se precocemente somministrata- di stimolare l'intelligenza . Forse anche spingendola verso quei livelli estremi .... auspicabilmente però non in termini di mera rapidità computazionale ed efficienza mnemonica - ossia tutto quello che, in pratica, i correnti test psicometrici si limitano a quantificare e a tradurre in ''punteggi QI''; ma piuttosto, nel senso di una maggiore 'Autonomia, Creatività e originalità di Pensiero.
E soprattutto, di consapevole Sintonia con la Natura Vivente.

Ovviamente non ho creato EverLang perché una manciata forse di persone in tutto il mondo potessero dimostrare di "saperla leggere al primo approccio, come fosse la loro lingua madre".
Sarebbe senz'altro emozionante per me, suo creatore, assistere a un'impresa del genere ... ma le prospettive davvero importanti sono altre.

-EverLang è nata per stimolare chiunque , pur senza essere un (inutile, tutto sommato) computatore-iperveloce, possegga autentica curiosità intellettuale e interesse per il Nuovo e il Diverso.

Si propone quindi come un prezioso strumento didattico /formativo.

Ed è assolutamente una lingua ''diversa'' : proprio per stimolare forme diverse di ragionamento e -soprattutto- per svincolare la Mente dal ''convenzionale'' ( nel senso di ciò che discende da una ''convenzione'' transeunte e arbitraria e perdipiù imposta/subìta), dal ''particulare'' cui ci limita la nostra lingua (madre, ma in diversa misura anche quelle che si sceglie di apprendere).
E senz'altro, di riaffermare la priorità, tanto conoscitiva quanto esperienziale, della Biosfera.
Che G.Bateson riteneva correttamente basilare a ogni altro Sapere.

Ovvio anche che il termine ''universale'' vada debitamente relativizzato : non avrebbe senso in altre eventuali Biosfere aliene (ne servirebbero altre locali ad hoc), né a un Universo in cui non esistesse Vita (....e dove dunque ci sarebbe ben poco da ''comunicare'') .... e non avrebbe senso neppure nella distopia di tipo ''2430 A.D.'' cui certe derive attuali ci stanno conducendo....


Edited by fabrizio3 - 16/3/2021, 03:08
view post Posted: 7/11/2018, 14:35     "Attraverso '' - Interpretazione Linguistica delle Opere - discussione


"THROUGH"


In quest'opera, il Significato di Attraverso (passare) attraverso ecc, è ottenuto modellizzando l'interazione che sussiste tra INTESTINO e CUORE nei Molluschi BIVALVI (vongole, cozze, pettini ecc ecc)

In tutte le specie di Bivalvia, il tratto terminale dell' intestino PASSA ATTRAVERSO il cuore .
Questa relazione tra Cuore // Intestino è davvero peculiare e specifica di questi animali ; oltre a esse, si riscontra soltanto nelle Neritoidea. specie primitive dell'affine Classe Gastropoda -le ''chiocciole'' - ; ma a parte questo caso, in nessun altro raggruppamento del Regno Animale si osserva nulla di simile.

-Dunque, se CUORE e INTESTINO sono entrambi raffigurati in un'opera e posti in evidenza, accanto a un'immagine di BIVALVE (non importa quale specie in particolare), la Logica ordinaria, in forza di questa semplice nozione di Anatomia, suggerisce in modo pressoché univoco il Significato di '' Attraverso '': l'unico a emergere dall'accostamento di questi due Organi, SE e SOLO SE entrambi sono associati a un Bivalve.

-In questo dipinto , CUORE è visibile, sulla destra, accanto a varie forme di BIVALVI, più o meno realistiche; fra queste, il contorno ondulato della fauce di una Tridacna sp. è ben riconoscibile.

-Per quanto riguarda invece INTESTINO,in questa specifica opera esso non è stato raffigurato direttamente ; ma proposto in forma indiretta, sintetica
-Infatti, così come in EverLang si derivano concetti ''astratti'' dall'interazione tra Enti concreti, così è possibile, nello stesso modo, derivare anche Enti concreti da interazioni fra altri Enti Concreti.
(si tratta comunque di un'opzione facoltativa, di mera valenza stilistica, n.b. ).

INTESTINO è stato ''suggerito'', o meglio ''localizzato nel Semio-spazio'', accostando i tre Enti :
1) Coccige, la''coda'' vestigiale umana;
2) Camaleonte (visibile in alto a destra) ;
3) Girino (non specifico), in basso a sinistra.

-In che modo questi tre Enti, agendo un po' come ''coordinate'', ci conducono a INTESTINO ?

-La prima Relazione è tra COCCIGE (=coda) // e CAMALEONTE ; coccige ''seleziona'', nella totalità del Camaleonte, la zona corrispondente alla Coda, suggerendone quindi le specificità.

-La Coda del Camaleonte, in posa consueta, si presenta tipicamente come una spirale piatta.

Abbiamo quindi, SPIRALE PIATTA.

-Ora, che cosa , nel corpo di un Girino (vale per le specie erbivore) si presenta in forma di Spirale piatta ?
- L'intestino ; unico elemento, nell'anatomia di un girino, a possedere questa forma caratteristica (basta rivoltare un girino per accorgersene, essendo spesso visibile in trasparenza sotto l'epitelio addominale).

Per concludere :

( Coccige X Camaleonte (= Spirale piana) X Girino = Intestino; =>

Intestino X Cuore, IN Bivalve = Attraverso, attraversare ecc..









In this work, the meaning ''Through" .comes out by modelizing the very peculiar interaction of HEART and INTESTINE in the Bivalvia ( = clams, in a wide sense) anatomy.

In any known species of ''clams'', *the intestine (its final trait) PASSES THROUGH the heart* ; this is the specific relationship of these two organs in clams, it is a very peculiar one and, except for some species ( Neritoidea ) in the related Class Gastropoda ( the snails ), doesn't occour in any extant Living Being.

-So, if both ''Heart'' and ''Intestine'' are depicted and put in evidence, near to a ''Clam'' depiction, then current Logic (together with Anatomy knowledge) would suggest, *universally* and almost without fail, that the author would have meant the idea of "Passing Through'', as this is the only remarkable relationship between these two anatomical parts, *if* both of them belong /are related to '' Clam ''.

-"Heart'' should be recognizable at the right side of the painting, near to several clam-like species ; the outline of a Tridacna (Giant clam) opening is visible above them.

-As to ''intestine'', it's not directly depicted in the painting but, as an ad libitum expressive device, it's suggested indirectly, by putting together :

1) Coccyx (the human, vestigial ''tail'' ) at the left side in the middle,
2) Chamaeleon -up at the left side, and
3) Tadpole, appearing down at the left side.
That's why, by selecting 'Tail' in 'Chamaeleon'', we select something that is spiral-like; and then, in the Tadpoles' anatomy

Edited by fabrizio3 - 11/4/2019, 19:00
view post Posted: 28/8/2017, 19:56     Assoluto - Interpretazione Linguistica delle Opere - discussione



si modellizza linguisticamente l'idea di ''Assoluto'' attraverso una Comparazione Logica.

Si sceglie un Attributo, una Caratteristica Variabile (es ''grande'', ''veloce'', ''pesante'', ecc ecc) e la si accosta a un Ente, naturale e reale, che la presenti in grado ''maggiore'' di tutti, quindi in Assoluto.

Qui l'associazione è tra Balenottera azzurra (irrilevante che sia realizzata in porpora/ magenta, è solo contingente vezzo stilistico), e ''Più grande''.

Il Rapporto tra ''Balenottera'' ed ''esser più grande'' , è ''Assoluto'', perché è questa la Modalità in cui la Balenottera è tale, trattandosi del più grande animale esistente ed esistito.

-Balenottera è immediatamente raffigurata.

-'' più grande '' è invece un concetto astratto, e come tale non immediatamente raffigurabile ma ricavato, a sua volta, da interazioni tra Enti reali / concreti.
Occorre individuare un

Contesto ''K'', in cui una
Variabile ''V'' , si modifichi in funzione di una
Condizione ''C''.

Qui, il Contesto scelto è APE, la Variabile è OCCHIO, e la Condizione è TESTICOLO.

Nelle Api, gli occhi hanno struttura e funzione simile in maschi e femmine (regine od operaie sterili); MA nei maschi, gli occhi sono caratterizzati dall'esser nettamente Più Grandi.

-Se associamo ad Ape l'ente Occhio, suggeriamo un globale riferimento a tutto ciò che contraddistingue occhi-di-ape ; se poi aggiungiamo Testicolo, la Logica dovrebbe suggerire al lettore che stiamo circoscrivendo e facendo 'emergere' solo quelle caratteristiche che differenziano l'occhio, nelle Api, SE le api sono ''con-testicolo'' = maschi.
-Dato Occhio-Ape, SE Ape x Testicolo, ALLORA Occhio = Più grande.

-Infine, il concetto di ''Più grande'' associato a Balenottera azzurra, è come se rispondesse alla domanda ''Come è più grande, la Balenottera azzurra?, cosa caratterizza il suo ''esser più grande''?
E questo ''modo di esser più grande''
è , appunto, Assoluto.

Edited by fabrizio3 - 9/8/2018, 22:36
view post Posted: 21/8/2017, 00:17     Bufale orticolturali : la ''Catambra'' - Off-Topic
da una mia risposta su Yahoo answer del 2013, integrata
https://it.answers.yahoo.com/question/inde...15135804AAMDsiQ

Come funziona la Catambra, qualcuno ha questo albero antizanzare .. ?

Risposta :

Migliore risposta: ciao, ti rispondo attingendo a quanto già scrissi un paio d'anni fa sullo stesso argomento :

'Non credo che ''funzioni''.
La ''catambra'' anzitutto, non esiste come specie/varietà autonoma.
si tratta di normalissime Catalpa bignonioides; l'altro nome, è solo un evidente nome di 'fantasia' di chi la vende, senza alcuna attestazione né validità scientifica.

*CATALPA* è' un genere di alberi delle Bignoniaceae con legno tenero, a crescita veloce,
Richiede qualche anno -almeno sei/sette- per fiorire, e dieci per produrre semi in quantità utile, sia l'una che l'altra specie

Dubito perciò fortemente che con poche impollinazioni (un bel po' d'anni prima che una singola generazione ottenuta arrivi a fioritura e permetta di impollinare di nuovo), qualcuno abbia potuto selezionarla, modificarne radicalmente le caratteristiche... a meno che non ci stia lavorando su da un secolo, o giù di lì!

Si dovrebbe infatti:

1) partire con una base di decine/centinaia di piante adute (alberi = ettari di terreno SOLO per questa specie?), per assicurare una variabilità genetica di partenza;

2) saggiare chimicamente il contenuto del (presunto) 'zanzarifugo' in ciascuna di esse, per individuare quelle in cui la concentrazione fosse eventualmente maggiore;

3) procedere a impollinazione incrociata dei soli soggetti 'al top';

4) attendere la fioritura (altri 6-10 anni, più o meno) della prima generazione ottenuta;

5) ripetere la selezione per una-due - tre volte (=moltiplicare X 2,3 ecc gli anni di cui sopra), fino a individuare una pianta che produca *davvero* quel presunto principio attivo, in misura nettamente maggiore di quelle di partenza.

6) ripetere i saggi chimici a ogni generazione, e per ogni singola pianta.

Solo a questo punto, procedendo per meristemi, si potrebbe ottenere una linea clonale di piante tutte identiche e tutte 'super - efficienti'.

Non posso escludere nulla; ma mi sembra *molto* improbabile...

Catalpa bignonioides si usa per alberature stradali (anche qui - e le zanzare ci sono comunque nb!!).

Propagata facilmente da seme, è (quindi) assai poco costosa, quando reperibile; anche se di rado commercializzata, perché 'non alla moda.
Ovvio che non sono piante 'griffate', né etichettate con nomi accattivanti da marketing estivo, che farebbero però inorridire qualunque Botanico che sia davvero tale!

Ammesso che 'principii anti-zanzara' ci siano davvero, li avrebbero *tutte* ; così come un abito 'firmato' non 'copre' né più né meglio di uno 'normale', sempre e solo stoffa è ... poi, nulla impedisce né di venderlo, né di comprarlo a 100 volte il suo valore *oggettivo*, felici del valore aggiunto dal marchio ;)

Non possiamo negare nulla a priori, ma, ripeto, ci basiamo su costatazioni logiche di carattere botanico, e su studii (non) reperibili in Rete a sostegno di quanto sopra.

-Se il 'principio' in questione fosse il Catalpol, un glucoside-iridoide, non mi risultano in Rete (a parte la pagina pubblicitaria) studii *scientifici* che parlino di 'effetto repellente su zanzare', o animali a sei zampe (ma per forza a sei...? :D se ne hanno sette -o cinque,mutilati- non funziona più..? )

Basta cercare in Rete 'Catalpol',& mosquito' (=zanzara - ricerche attendibili è bene farle sempre in Inglese e in ''campo neurro''), per vedere che non esce proprio nulla... e sì che di studii sul Catalpol ce ne sono: dagli effetti che avrebbe sul corticosurrene, alla protezione da stress ossidativo dei neuroni in coltura... Ce ne sono, sì, *anche* sugli effetti che avrebbe sui varii insetti; e nessuno Scienziato si è mai accorto di questa eccezionale proprietà...?

Esistono sì, studii che ne parlano come 'anti-feedant', ossia come composto che scoraggerebbe alcune specie di insetti *erbivori* (ma le zanzare sono *ematofaghe* n.b.!), dal nutrirsi delle foglie della Catalpa. Tutto qua.
Pare anzi che ci sia un effetto di *richiamo* su diverse specie di insetti, che di quelle foglie si nutrono tranquillamente.
Poi, assimilando il Catalpol, questi bruchi diverrebbero 'meno appetibili' da parte di formiche carnivore. Ma non credo sia quello che interessa :D

Non si fa menzione in nessun articolo scientifico reperibile, a 'effetti di allontanamento di zanzare'; al massimo, dissuaderebbe solo (alcuni) insetti che potrebbero nutrirsi delle foglie (o dei bruchi che le hanno mangiate).




Fonte/i:
.Oltretutto, Catalpa non si auto-impollina; è impollinata da *api* e da altri insetti; e -fino a prova contraria- li attira!

-Comunque, il Catalpol è 'naturalmente' contenuto, in quantità *molto maggiori di quelle di Catalpa*, nelle foglie d'una erbacea ornamentale rustica, 'non-brevettata' e a crescita rapidissima, simile a una Gloxinia: Rehmannia angulata, che potrebbe rapidamente riempire fioiriere su qualunque balcone. Questo, si sa dal 1969..
Meglio allora Rehmannia,scevra com'è di marchi (e relativi sovrapprezzi)... anche se, ripeto, non mi risulta proprio che il 'Catalpol' abbia questa proclamata efficacia.

Fonti:

Studii Botanici-
(vi Link sotto)
view post Posted: 10/8/2017, 17:22     EverLang - Arte 2.0 - EverLang: progetto di Lingua Universale Naturale
EverLang : l'Arte 2.0


EverLang è una Lingua Articolata esprimibile per il tramite delle arti figurative, in senso lato.


Ricercatore in campo Linguistico/Semiotico con approccio interdisciplinare, iniziai a dipingere semplicemente per dar corpo concreto alla creazione linguistica esito dei miei studi : EverLang , la prima Lingua Articolata integralmente costruita modellizzando Relazioni tra Enti Reali-Naturali.

Creata dunque una Lingua i cui Elementi formativi consistono non più in astratti simboli di valore convenzionale e arbitrario (fonemi-grafemi ''lettere'' ecc), ma invece in Entità Naturali (Specie Animali e Vegetali, Organi /parti del corpo umano e non solo), era inevitabile che la ''versione scritta'' della medesima consistesse in un atto di Figurazione ; di qui, scorsi immediatamente l'opportunità di investirla dell'intero spettro di Modulazioni morfo-cromatiche e di Stili che la Figurazione può offrire.

Per la prima volta in assoluto, con EverLang diventa possibile ''dipingere'' una frase, un Aforisma... o dipingere una Poesia ; ciò beninteso, non nella corrente accezione metaforica , come banale realizzazione di un dipinto le cui scene vagamente si ispirino al senso generale o a singoli passaggi di un poema. NO : qui si tratta di tradurre, letteralmente, un testo dall'italiano o da qualsivoglia altra lingua, nel ''Naturalese'' universale e figurativo di EverLang.

Più ancora, lo stesso ''testo figurato'' potrebbe essere personalizzato dal Committente, parti del cui volto-sembiante potrebbero specificamente apparire nell'opera, ''integrate'' beninteso nella composizione linguistica a generare, insieme con gli altri elementi, il Significato richiesto.

Diventa insomma possibile farsi realizzare una sorta di ''Ritratto - Parola'', o creare una ''parola personalizzata''.





-Disponibile quindi come vera e propria Lingua, EverLang è inoltre adottabile da parte di qualsiasi artista/figuratore, compatibile com'è con qualunque tecnica e stile : esattamente come una stessa frase o testo, anche poetico, conservando il proprio Significato, può esser scritto o profferito o declamato con calligrafie e voci e intonazioni differenti e ''personali''.


Unico limite restando il livello intellettivo, purtroppo assai modesto, proprio della maggior parte degli ''artisti'', rimane comunque aperta la possibilità di evolvere EverLang non solo in un movimento ''artistico'', ma in un Movimento Culturale vero e proprio , dotato di profondità e spessore autentici ; altro, rispetto alla risonanza modaiola degli storici ''movimenti'' artistici, ove la mera adozione di una medesima divisa formale, più o meno stiracchiata oltretutto, costituiva l'unico, superficialissimo trait d'union.

EverLang possiede al contrario una struttura Meta-stilistica : in grado di unire, e saldamente, nonostante le più profonde differenze sul piano formale (che sono qui anzi ben accette).



Quale primo esempio in assoluto di Lingua Articolata integralmente esprimibile per mezzo di immagini , EverLang è modulabile, in forza di ciò, lungo l'intero spettro espressivo delle Arti Figurative.

Ma anzitutto, grazie alla sua articolata struttura concettuale profonda, EverLang consente di creare Opere che è finalmente possibile definire '' Cultura '' e ''Creazione Intellettuale'' ; ora senza ipocrisie né lise e barocche acrobazie retoriche.

Quanto correntemente inteso come ''arte'' è infatti per lo più opera più o meno banalmente decorativa, nel migliore dei casi ; ed è francamente a sproposito che si applica l'etichetta di ''Cultura'' a prodotti i quali, ancorché ''celebri e quotati'', restano comunque lavori di mera esecuzione manuale ; lavori che, anche quando complessi e tecnicamente mirabili, non comportano comunque intervento significativo da parte dei Centri Corticali Superiori.

Anche un alveare vanta precisione e complessità non meno mirabili, ma non per questo è ''Opera di Cultura''.

E di fronte a una tela di ragno (che oltretutto, a differenza di qualunque quadro possiede sempre una giustificazione funzionale e ha davvero un Retaggio di milioni di anni di Storia Evolutiva dietro di sé ), tutti potremmo esclamare ''Io non sarei capace di farla..!'', proprio come di fronte a un pretenzioso e specioso - quanto inutile - trompe-l'oeil.
- Ma non per questo si passa a considerare un Ragno quale ''artefice di Cultura''.

(tuttavia, mentre il Ragno con la sua Biologia, se non Soggetto è senz'altro eccellente e degnissimo Oggetto di Cultura, il circense 'illusionista del pennello/' non è neppure questo - è solo un transeunte e fungibile fenomeno da baraccone, atto a incantare folle di minus habentes).


EverLang si propone di ricolmare davvero di Contenuti Culturali autentici la c.d. ''arte'', che sempre più appare quale vuoto involucro di vana Formalità. La ricerca quasi spasmodica di sensazionalismi sempre più clamorosi e di mero impatto visivo - gigantismi, iperrealismi ecc - di cui l'attuale panorama trabocca, testimonia inequivocabilmente il punto di crisi raggiunto - proprio come accade nell'Evoluzione dei Viventi, dove il noto fenomeno del ''gigantismo'' tanto spesso precede e preannuncia l'Estinzione della Specie in cui si manifesta.

L'ipertrofia formale compensa -o meglio, tenta di compensare- la fatale Assenza di Contenuti.

Anziché impiegare ore, mesi e anni ad apprendere e perfezionare tecniche esecutive di palese anacronismo (la fotografia esiste da quasi due secoli e le stampanti 3D saranno prestissimo d'uso corrente), come fanno ''artisti'' dal basso profilo intellettivo e del mero, spiccato ma inutilissimo talento manuale , l'Operatore Culturale EverLang si dedica allo Studio -questo sì davvero complesso, legato com'è all'Oggettività della Scienza- di Forme , Enti ed Eventi del Mondo Vivente, e all'arte di intesserli a creare Significati, legando assieme Vita, Scienza e Verbo. Un cimento che vede sì ancora il ruolo dell'Estetica, ma ora dispiegato su piani di Realtà che non si limitano davvero alla superficiale e inerte patina dell'apparenza.

Un Cimento oltretutto ''comunicabile'' attraverso la fruizione delle Opere ; opere il cui fine non è quello lasciare ''a bocca aperta'' il profano, ma quello, forse più incospicuo ma autentico, di stimolarne ove possibile la Mente ; anche attraverso l'Estetica, ma un'Estetica ora ''significante''.

Non la quintilianea funzione del ''movere'', da giocoliere circense, ma quella del ''docere''; che resta poi sempre compatibile con quella, altrettanto essenziale, del ''delectare''.


La differenza tra il realizzare un'Opera in EverLang - ''bella o brutta'' che sia-, e una qualunque ''opera d'arte - tecnica'' , è la stessa differenza che corre tra lo scrivere un Poema eccelso, magari con ''brutta'' scrittura, o essere invece un calligrafo abilissimo ma intellettivamente incapace, da pignolo e vuoto cultore della Forma, di scrivere alcunché se non sotto dettatura.


-Un dipinto realizzato in EverLang ( ma vale per foto, collage, opere plastiche ecc) non è dunque ''solo'' un dipinto; è anzitutto un Testo , ''parola'' o frase ; un'espressione dotata di significato nel senso strettamente linguistico del termine.

Un rapido chiarimento a questo punto sembra opportuno.


-Sebbene sia prassi consueta parlare di ''linguaggio'' a proposito delle arti figurative, notiamo che l'unico ''linguaggio'' a esse accessibile è il Linguaggio Analogico : espressivo ma indefinito, ''emozionale'' ma inarticolato e, comunque, ben distinto dal Linguaggio Verbale vero e proprio.

Il Linguaggio Analogico è, per es., quello che ci permette -pur ignorandone la lingua - di capire se un Cinese è arrabbiato, o contento o preoccupato ecc ; anche se non sapremo mai ''perché'', ''come'', ''con chi'' è arrabbiato ecc ecc...

( se per es. lo stesso individuo imprecasse con voce suadente o calma, non potremmo neppure mai capire che sta imprecando...)


-Possiamo quasi sempre comprendere l'umore, dal tono della voce come pure dai gesti ecc; ma non possiamo comprendere ''che cosa'' si stia dicendo, a motivare quello specifico stato umorale.

Ecco, è qui che giace il Confine Analogico-Verbale.


Entrambi possono integrarsi, è vero, ma ciò accade solo nella ''lingua parlata'' ; ed è proprio su questo che si basa l'Ars poetica, la recitazione in generale, ma anche la ''espressività'' della comunicazione verbale dal vivo.

In questo caso infatti la tonalità della voce, ma anche la mimica, la postura ecc ecc vanno ad accompagnare, quale tratto sovrasegmentale, il contenuto informazionale vero e proprio ; modulandolo, colorandolo emozionalmente e donandogli, in definitiva, un afflato vitale.

Tale modulazione, nota come Prosodia, può addirittura modificare il senso - base di un enunciato : possiamo pronunciare la parola ''bravo'' in tono entusiasta, più o meno convinto, ma anche ironico, intendendo in quest'ultimo caso comunicare l'esatto contrario del significato testuale del termine.


-Nulla di ciò è possibile nella pittura, perché essa si esprime per mezzo di un unico canale comunicativo : quello appunto, del Linguaggio Analogico, escludendo dunque a priori questo fondamentale ''gioco interattivo'' che richiederebbe la presenza di entrambi.

-Prospettando un caso analogo a quello della parola ''bravo'' profferita però con tono ironico - antifrastico, dovremmo, per esempio, poter realizzare un quadro che ''significhi'' l'idea/concetto di Tenebra, MA dipingendolo con colori particolarmente chiari e tinte tutte luminose.

Questo è evidentemente impossibile : è solo impiegando tutti colori scuri o molto cupi , che un pittore potrebbe ''dare l'idea'' di Tenebre, Oscurità ecc ecc

( e ciò non varrebbe neppure a significare ''Tenebra'' in modo univoco, n.b., ma solo a suggerire, ''analogicamente'' appunto, l'idea di Tenebra, Buio ecc ecc).


Del tutto inconcepibile quindi l'ipotesi di realizzare un "dipinto ironico'' : un dipinto che, sebbene luminoso nei toni e nei colori, possa ancora ''significare'' Tenebra - e significarlo univocamente, con la ''luminosità'' che agisca ora soltanto da fattore modulante.

Questo, semplicemente perché non esistono, fino a oggi, sistemi linguistici veri e proprii che siano integralmente e coerentemente riconducibili a combinazioni di immagini reali.

(Nulla del genere, notiamolo, si realizza per es. nei ''titoli ironici'' di Magritte, 'Ceci n'est pas une pipe' ecc... infatti il ''controsenso'' ( tale poi solo in apparenza) è in quel caso costruito proprio sul contrasto tra l'immagine e la didascalia 'linguistica' che la accompagna, entrambe restando però distinte e autonome; non si tratta insomma di un contrasto interno , integrato in un enunciato Unitario).



EverLang realizza proprio questa integrazione di Forma e Senso ; per la prima volta, nell'ambito delle arti figurative.


L'aspetto stilistico , che definisco Proseidolìa, svolge ora un ruolo analogo a quello della Prosodia nella recitazione di un testo; e ogni testo in EverLang è modulabile all'infinito, su molteplici coordinate, dischiudendo con ciò un intero universo di riflessioni e ricerche stilistico-semiotiche, tanto per gli Autori quanto per i fruitori.

Nulla quindi va sacrificato o perduto in EverLang, neppure per chi volesse limitarsi a un semplice apprezzamento estetico/decorativo, in quanto Colori e Immagini restano comunque il Tessuto materiale di ogni Opera.

Con la fondamentale differenza che il Fruitore 2.0 sarà ora in grado di coglierne l'Estetica a un Livello più profondo e più autentico : quello relativo alla ricerca / scelta / accostamento dei Soggetti di volta in volta impiegati per ''significare'' questo o quel Concetto Linguistico, e l' Armonia (o la più o meno intenzionale ''disarmonia") tra la resa formale / stilistica dei medesimi e il Significato che sono chiamati a comporre.

Un' Estetica 2.0, insomma ; per chi riesce ad accedervi.

Una Estetica capace di percepire qualcosa di affine alla kantiana Pulchritudo adhaerens, ossia una Bellezza ''motivata'' dalla Realtà, dalla funzione, dalla Storia evolutiva profonda ; come quella in fondo propria di ogni Organismo Vivente, che è ''bello'' non solo perché vistoso/colorato/appariscente (la c.d. Pulchritudo Vaga - anche un profano può cogliere la ''bellezza'' di una conchiglia o d'una policroma farfalla esotica), ma perché ogni singolo aspetto della sua Forma, ogni singola sua micro- o macro-Struttura possiede anzitutto un Senso, una Storia radicata nei più imperscrutabili Abissi del Tempo e che solo lo Studioso - Zoologo, Biologo Evoluzionista ecc - è in grado di cogliere, grazie a una Conoscenza e Visione d'Insieme di cui il superficiale profano è invece sprovvisto.





Complesso sarebbe qui esporre la genesi di EverLang : basti qui dire che il suo vocabolario e la sua sintassi discendono direttamente dalla modellizzazione di oggettivi eventi/rapporti naturali, in ambito biologico.

Questi modelli hanno la struttura e la natura di Proposizioni scientifiche, in genere ''ripetibili e verificabili'' nel pieno senso galileiano dei termini.


Comportamenti sociali delle più diverse specie animali, modificazioni somatiche , fisiologiche e interazioni d'ogni tipo tra Specie Viventi sono via via individuate, modellizzate e trasformate in ''parole'' ; le cui ''lettere'' sono però ora Entità Reali, nella forma delle Specie Animali, Vegetali, o delle singole Parti Anatomiche di volta in volta chiamate in causa per definire questo o quell'altro concetto.

EverLang è così anche la prima Lingua Articolata libera dalla c.d. Arbitrarietà del Segno.

Rappresentando quest'ultimo aspetto uno degli ''Universali del Linguaggio'', di grande interesse epistemologico sarà lo studio delle implicazioni di una così drastica divergenza dal modello delle lingue umane, ''naturali'' o artificiali che siano.

EverLang potrà esser letta e compresa senza bisogno di dizionarii di sorta : esattamente come la Lingua Caratteristica Universale, invano vagheggiata dal filosofo G.W.Leibniz.

La sua comprensione (non assistita da didascalie ecc, n.b.) richiede in compenso una vasta conoscenza in ambito di Scienze Naturali - Etologia, Zoologia, Botanica, Fisiologia, Psicologia evolutiva ecc ecc; riportando con ciò in prima posizione il Sapere Naturalistico : l'unico vero Sapere Oggettivo, che per Gregory Bateson rappresentava la necessaria e imprescindibile base di ogni altro Sapere.

L'elevato livello di abilità Logico-deduttive necessario a leggere / interpretare (da soli ) un testo-dipinto EverLang, al di là delle nozioni scientifiche in sé stesse, fa di EverLang anche un prezioso ausilio pedagogico ; un inedito strumento didattico/culturale per esercitare ed evolvere le doti suddette, coniugando l'imprescindibile aspetto ludico della manualità realizzativa, con l'Osservazione e lo Studio (anch'esso in fondo ampiamente ludico) della Natura, e con la costante necessità della Riflessione e della Logica a legare assieme tutti i dati raccolti. Per poi affrontare, come un gioco -ma un gioco davvero intelligente e creativo- la sfida del combinare oggetti e loro immagini a dar vita, come prodotto Artistico Concreto, a una sorta di Parola/Oggetto realmente provvista di Significato.

Non si tratta insomma solo di immagini, figure e figurette realizzate con questo o quello stile, che possano più o meno garbare o, peggio, banalmente épater les bourgeois come tanti vacui ''giocolieri'' del pennello o dello scalpello oggi fanno ; si tratta invece di qualcosa di radicalmente nuovo, anche se , ben ne sono consapevole, accessibile alla Comprensione di pochi.

La distanza evoluzionistica-intellettiva tra un'Opera in EverLang e qualunque altro prodotto ''artistico'', non importa quanto elaborato, tecnicamente complesso o ''piacevole'' questo possa essere, è la stessa distanza che separa le vocalizzazioni naturali -magari assai complesse e piacevoli - come il canto degli uccelli, dalla Parola umana : ''significante'', e tuttavia non per questo assolutamente refrattaria a modulazioni musicali delle più armoniose.

La comparsa di EverLang nel panorama dell' arte è in fondo come la comparsa della Parola nell'Evoluzione della Vita; suoni e vocalizzazioni caotiche, mere lallazioni forse eleganti e armoniose ma fini a sé stesse possono immediatamente trovare, in un'Organizzazione Sintattica, il Dono fino ad allora impensabile di veicolare Sapere, Pensieri ed Emozioni : dai Dialoghi di Platone alla Commedia di Dante.


Un gap evoluzionistico difficile da colmare.

Con tutti i caveat e le riserve che per primo nutro nei confronti di questo discutibilissimo parametro, osservo comunque che il "QI " necessario e sufficiente a ''fare arte'', anche a livelli giudicati ''eccelsi'', è di appena 50-60 (livello di Homo erectus più recente ) ; il ''sommo'' scultore Alonzo Clemons si attesta su un QI di appena 40.

...Cultura?


Per concepire EverLang è invece probabilmente necessario un "QI" almeno altrettanto ''deviante'', ma nell'opposta direzione; così come anche per poterla comprendere, in tutte le sue implicazioni e sfumature.

-Ma chiunque può in ogni caso comprenderne singoli aspetti e tutti, sottolineo tutti, possono -anche nel peggiore dei casi- limitarsi ad apprezzare l'esito formale esteriore di ciascuna opera , consapevoli magari del suo racchiudere ''qualcosa'' di più profondo, al di là delle immagini dipinte.

-


La Base Linguistica di EverLang è offerta, sorta di codice open-source disponibile a tutti coloro che vogliano, dipingendo, far 'parlare' davvero le loro opere ; liberi e personali rimarrebbero stili e tecniche.

Purtroppo, come già osservavo, i c.d. ''artisti'' sanno operare -più o meno bene- soltanto con le mani, ben di rado con l'Intelligenza ; per la maggior parte , non comprendendo le premesse di base di EverLang e, ancor prima di questo, neppure la sua Raison d'etre, persisterebbero imperterriti nella loro limitata e paraocchiuta opera di manovalanza.

Più che sufficiente tuttavia sarebbe l'adesione di appena qualche decina-centinaio di Artisti Intelligenti -statisticamente ne stimo l'esistenza con certezza-, per dar vita a un Movimento di autentico e duraturo impatto Culturale.



Forse appena migliori sono le prospettive per quanto riguarda il Pubblico, dagli ''esperti'' ai ''profani'' : pur consapevole che la maggioranza di essi è capace solo di superficialissime impressioni oculari, neurologicamente assai simili a un '' riflesso rotuleo'', stimo tuttavia una consistenza numerica totale di fruitori intelligenti più che sufficiente a sostenere la Crescita di un Movimento del genere.

EverLang dunque infonde forse per la prima volta Sapere, Intelligenza, Consapevolezza, Riflessione, Logica, Scienza e - in definitiva - CULTURA , nelle Opere realizzate.

-Roba "fatta solo con le mani'' appartiene invece per definizione a uno stadio antropologico arcaico, primitivo; pre-logico e quindi per definizione non-culturale.

Potrà esser al più definita ''decorazione''; restando con ciò sempre e comunque un gradino al di sotto di Minerali o Conchiglie o Piante, che di certo non son meno ''decorativi'', anzi! MA sono almeno ''naturali'', e -nel caso delle Piante- anche Viventi.

Intessendo insieme Enti tratti dalla Natura Vivente a formare una Lingua Articolata, EverLang infonde invece Vita e autentica Complessità nella dimensione morta delle arti figurative, così come in quella dinamica, ma comunque sterile e astratta, del Linguaggio.


Lascio quindi aperta questa possibilità , per quanti vorranno aderire a EverLang, di evolvere in un vero e proprio Movimento ; non solo ''artistico'' , ma Culturale in senso finalmente completo.

Edited by fabrizio3 - 21/2/2021, 02:41
view post Posted: 25/7/2017, 04:25     ssssssss - Applicazioni Artistiche di EverLang
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view post Posted: 23/7/2017, 22:43     Piante Tropicali - Alcune esperienze di semina - Off-Topic
ALCUNE ESPERIENZE DI SEMINA
Resoconti e riflessioni - Prima parte
di Fabrizio Lucente

Mi ero proposto, all’inizio del corrente anno, di compiere una serie di esperienze – già in precedenza congetturate – riguardanti tecniche e modalità di germinazione, per tutte quelle specie le cui semine erano sinora, nel corso degli anni, fallite.
Purtroppo, la mancanza di tempo – oltre che di molto del “materiale” necessario- mi hanno da ciò distolto; ho comunque deciso di riassumere, in queste brevi note, l’esito effettivo di alcune delle mie più recenti esperienze di semina, includendo senz’altro alcuni dei più significativi risultati del passato.
A proposito delle esperienze programmate ma non più effettuate, e che avrebbero comportato l’impiego di svariate sostanze come possibili “attivatori di germinazione”, desidererei richiamare l’attenzione su alcune di quelle pratiche “casalinghe”, da taluno riguardante con sufficienza per la loro apparente “ingenuità”, come quella consistente nell’utilizzare la Camomilla come attivatore di germinazione; suggerimento che, a dir la verità, sulle prime non persuase affatto neppure me; ma illuminante fu, a riguardo, il successivo apprendere di un altro “rimedio casalingo”, la Valeriana, che a detta di qualcuno avrebbe le stesse proprietà.

L’abbinamento mi divenne allora di colpo significativo, sovvenendomi dell’esistenza di un “comune denominatore” biochimico tra i due suddetti tradizionali rimedi: considerai infatti, la serie dei valepotriati, principi attivi di quest’ultima pianta, esteri variamente sostituiti, che si possono considerare derivati da un nucleo ciclopentano-piranico: nonostante la trasformazione piranica di un anello, (sostituzione di C con O), quest’ultima molecola ricalca la configurazione spaziale dell’Azulene, idrocarburo aromatico a doppio anello da cui deriva una serie dei principi attivi della Camomilla (quelli responsabili dell’azione antipiretica-antinfiammatoria).




E' quindi verosimile che esista una affinità di effetti, benché in ambito biochimico nulla sia dato a priori, e la sperimentazione senz’altro si imponga. Ma è sciocco contrapporre, quasi “ideologicamente”, rimedi “naturali” e “chimici”, in quanto, in definitiva, tutto è “chimico”!
D’altronde, un altro idrocarburo a “doppio anello”, il Naftalene (la comune naftalina), entra nella composizione del noto ormone radicante NAA (acido naftil-acetico), e il naftalene stesso presenta attività fito-ormonali.

Ma generalmente più efficaci sono i derivati dell’indolo, come il più attivo ormone radicante IBA, acido indol-butirrico.
Data la grande diffusione di derivati dell’indolo in tutto il regno Vegetale – specialmente nell’ordine Gentianales, Rutales, Passiflorales e Fabales – non è da escludere un possibile ruolo fisiologico dei medesimi nei processi germinativi di molte “difficili” Mimosaceae o Papilionaceae; conoscendole meglio, ci si rende conto che i semi di ben poche “leguminose” sono in realtà “facili” come il classico fagiolo.
Esiste una specialità farmaceutica, a livello di “integratore alimentare” – contenente 5–ossitriptofano – precursore della Serotonina, che potrebbe essere sperimentato in tali casi.

– E’ affascinante pensare che Serotonina e Melatonina (anch’essa ormai disponibile ed utilizzata contro insonnia, jet-lag, ecc.) entrambe derivati dell’indolo, l'una neurotrasmettitore e l'altra ''neuro-ormone'' con funzione, fra l’altro, di “sincronizzazione dei cicli biologici, potrebbero esser chimicamente affini a quelle stesse molecole che “regolano i tempi” – agendo ad esempio sulla germinazione – anche negli organismi vegetali.
Si può addirittura supporre, per le specie a disseminazione zoocora, che siano forse non gli enzimi digestivi, ma proprio i cataboliti presenti nelle feci (scatolo, indolo, acido indol-acetico, responsabili dell’odore), gli attivatori della germinazione, almeno per alcuni taxa, ad esempio le Solanacee.

- E’ anche suggestivo considerare che il Triptofano, l’aminoacido precursore di tutti questi composti, è – forse – l’”ultima acquisizione” del codice genetico. Conclusione questa, a cui mi conducono considerazioni prettamente logico-statistiche, infatti, nelle esperienze di Miller, Urey, Ponnamperuma ed altri, riguardanti la sintesi in vitro del “limo primordiale”, il triptofano non è mai menzionato, fra i pur numerosi aminoacidi individuati nei prodotti di reazione.
E’ una molecola eterociclica, “complessa”, meno “probabile”. Forse se ne formò, sì, ma in tracce minime, e minima fu così la probabilità statistica che avvenisse la selezione di una tripletta – e relativo T-RNA – ad esso dedicato. Forse i “protobionti” non lo annoveravano neppure tra i 20 aminoacidi che oggi formano le proteine di tutti gli organismi noti, ossia gli aminoacidi la cui codifica è affidata ad una o più triplette del codice genetico di ogni organismo attuale.

Il fatto poi che, salvo eccezioni, una sola tripletta su 64 codifichi per trp, credo rifletta, in termini statistici, proprio la iniziale “rarità” della molecola nel “limo primordiale”, o addirittura la sua comparsa avvenuta solo in un secondo tempo, forse come semplice catabolita degli ipotetici “protobionti non-trp”.
Catabolita, il cui progressivo accumulo nel mezzo ambiente dovette giungere a rappresentare, da un lato un fattore limitativo, “tossico”, (da cui forse già la funzione regolatrice, poi “ormonale”, dell’attuale melatonina, che “rallenta” alcuni ritmi biologici), ma dall’altro una enorme potenzialità per quei primi protobionti che, per mutazione strutturale di un T-RNA, furono in grado di acquisirlo al proprio codice genetico, quindi di incorporarlo nelle proprie proteine enzimatiche e strutturali, aumentando così, di colpo, di un fattore “venti” la variabilità delle stesse. E non meraviglierebbe quindi, che tali mutanti abbiano potuto “cancellare” tutti (?) i “protobionti non-trp”, e che tutti gli organismi il cui codice genetico sia oggi noto, includano senz’altro in esso il triptofano.

Osservando una tavola del codice, dove è illustrata la corrispondenza tra Triplette e Aminoacidi, si notano tre caselle di triplette adiacenti, indicate come “stop” o “non senso”, (sono triplette che non codificano nulla e fungono da “arresto lettura”), la casella – tripletta del TRIPTOFANO è adiacente ad esse, e fu probabilmente anch’essa in origine una casella “non senso”, fino alla mutazione di un T-RNA.




Quasi a conferma di tale possibilità, la recente scoperta che nei Mammiferi (non a caso un taxon dei più recenti ed “evoluti”) non una, ma due triplette codificano per il triptofano; e la seconda, la “neo-acquisita”, è adiacente alla prima, e corrisponde proprio ad una di quelle tre “caselle” che, per (quasi) tutti gli altri taxa, sono “non senso” (= stop); ma in effetti, credo si tratti, per così dire, di residue “caselle vacanti”, che in principio erano certamente molte di più.
Il fatto che, in organismi superiori, una di esse sia stata ulteriormente “occupata” non da un “nuovo” aminoacido, ma ancora dal triptofano, senz’altro dimostra:
1) la possibilità di conversione di una tripletta, da “non senso” a “codificante”;
2) l’importanza che il triptofano ha, probabilmente proprio in quanto precursore di neurotrasmettitori, e ciò certamente in relazione allo sviluppo, unico tra i viventi attuali, raggiunto dal snc dei Mammiferi.
Forse in quei “proto-bionti non-trp” da me ipotizzati, il triptofano, pur assente dalle loro proteine, veniva sintetizzato – un po’ come oggi l’adrenalina o la tiroxina, a partire da comuni aminoacidi – proprio con finalità “regolatorie”, “proto-ormonali”.

Nel regno vegetale, comunque, il triptofano è decisamente meno frequente, e la sua “essenzialità”per l’uomo rende infatti talvolta carenti diete di sole proteine vegetali : ad esempio, la zeina, proteina principale del Mais, ne è totalmente priva (come però anche il collagene fra le proteine animali: ossia la "gelatina", il principale componente di certe popolarissime "carni in scatola", assai meno nutrienti di Soia o Lenticchie.

A fronte d'una generale scarsità di triptofano nel Regno Vegetale, la sua relativa abbondanza che caratterizza invece alcuni, specifici raggruppamenti tassonomici -come appunto i Legumi- può essere ritenuta non del tutto casuale.


Nel complesso, si può osservare che una “generica”, o più o meno selettiva azione ormonale sui vegetali, sembrerebbe posseduta da varii composti “aromatici”, ed in definitiva la più elementare e fondamentale struttura attiva in tal senso sembrerebbe essere rappresentata dal doppio legame C=C.
Infatti, il più semplice (e forse più generico) composto organico fito-attivo è l’etilene, H2C=CH2, noto induttore di maturazione di frutti, ma attivo anche (spesso negativamente) sulle foglie – quelle di pomodoro sarebbero particolarmente sensibili – ed infine – forse – sulle radici, benché la natura gassosa non ne renderebbe comunque agevole l’impiego.
Ipotizzo, comunque, che sia proprio l’Etilene il responsabile della radicazione, in un'altra pratica “casalinga” talora suggerita, quella di porre un apice di ananas su terriccio, con accanto uno spicchio di mela e chiudere il tutto in un sacchetto di plastica trasparente: ignoro l’esistenza di analisi a riguardo, ma l’Etilene potrebbe facilmente derivare dal metabolismo batterico di due acidi organici frequenti nella frutta: l’acido fumarico (che per doppia decarbossilazione, comunissima modalità di attacco batterico, darebbe appunto l’Etilene), o il succinico, che darebbe lo stesso risultato previa deidrogenazione (anch’essa facilmente eseguita da molti ceppi batterici).

Sono dunque numerose, e spesso non difficilmente reperibili, le sostanze con cui varrebbe la pena di sperimentare. C’è chi afferma di aver provato, con successo, una “soluzione” ricavata da aringhe affumicate, che conterebbero i composti aromatici che in natura attivano la germinazione dopo gli incendi.
Più “mirata” dovrebbe essere la composizione di “cartine” impregnate di prodotti di fumigazione vegetale, distribuiti anche dall’H.B. di Kirstenbosch: sarebbero utili per molte specie sudafricane ed australiane, ma, almeno per queste ultime sulle quali le ho provate, non sembra purtroppo aver avuto alcun effetto; ciò, però, non deve dissuadere dal compiere altri tentativi.
In altri casi, e si tratta spesso di specie tropicali e con semi grandi, privi di periodo di quiescenza, il problema della germinazione riguarda semplicemente l’”età” del seme: occorre tener presente che, in tali casi, anche 30 giorni dalla raccolta possono essere già troppi, (a meno di non adottare alcuni semplici accorgimenti). Sarebbe infatti opportuno insistere presso le ditte fornitrici – che però dovrebbero a loro volta inoltrare tale raccomandazione ai fornitori in loco – perché tali semi, oltre ad essere forniti non appena disponibili, senza tempi di “deposito”, siano imballati in torba inumidita, o vermiculite, che ne ritarderebbe o inibirebbe la disidratazione, loro peggior nemico; non sarebbe poi tanto complicato, ed i vantaggi sarebbero certi.
Solo raramente ciò accade: la Richter’s, ad esempio, invia in busta sigillata ed immersi in vermiculite appena umida, i semi di Sanguinaria canadensis, e di Hydrastis canadensis, con risultati efficaci: non estende però lo stesso accorgimento a Peumus boldus, Thevetia peruviana, Atractylodes m., Sassafras albidum, ed altre che certamente ne beneficerebbero, come Azadirachta indica – che ha però almeno l’accortezza di spedire in agosto-settembre, appena raccolti – eppure già all’arrivo, c’è un calo del 50-70% nella germinabilità.
Il medium di cui sopra sarebbe efficace, ignoro perché mai non lo usino: i semi di Azadirachta, pur avvolti da un perispema legnoso, si disidratano (e presumibilmente si ossidano) come quelli, simili, dei Citrus (Rutaceae, ma molto prossimi alle Meliaceae), e come quelli, pressoché identici, dell’affine Ekebergia sp. (Meliaceae), sudafricana, di cui per varie ragioni, non sono mai riuscito ad ottenere una sola germinazione: questi ultimi maturano in giugno, ma, o per ritardi postali o per complicazioni nell’evasione dell’ordine, il mese – o due – di ritardo è sempre stato fatale.

-nota. In data di revisione di questo vecchio articolo -inizio settembre 2005- sono finalmente riuscito ad ottenere tre germinazioni (su sei semi) per Ekebergia pterophylla, speditami il 10 di Luglio e ricevuta, anche in questo caso, con notevole ritardo (12 Agosto); tuttavia, avevo pregato la Ditta (Silverhill Seeds) di confezionare i semi in bustina plastica, con vermiculite appena umida; all'arrivo, i semi erano ancora freschi, e quattro di essi addirittura già in fase di germinazione: la crescita prosegue regolarmente, per ora, con una sola plantula che è successivamente marcita per eccesso d'umidità.

In una indagine condotta su semi di Azadirachta, si è confrontata la conservabilità massima teorica di questi – fino a sei mesi in condizioni ideali – con quella, davvero minima – un paio di settimane al massimo – di Shorea robusta (Dipterocarpaceae): i semi di quest’ultima, invecchiando, presentano livelli decrescenti di Superossido-dismutasi, enzima che rallenta la inesorabile degradazione ossidativa dei grassi di riserva; in Azadirachta, al contrario, il livello di superossido-dismutasi salirebbe progressivamente nel corso dell’”invecchiamento” dei semi.
In entrambe le specie, calerebbe invece progressivamente il livello di altri due, forse più importanti enzimi: la perossidasi, e la catalasi, enzima quest’ultimo, di cui è facile constatare la presenza anche nei tessuti animali. E’ il responsabile del “friggere” dell’acqua ossigenata applicata su ferite o tessuti lesi, avendo infatti il compito di “liberare” l’ossigeno dai perossidi – come appunto il “perossido d’idrogeno” (= acqua ossigenata) – formatisi nel metabolismo cellulare.

La catalasi è quindi un enzima presente nei nostri tessuti, così come nei semi di Shorea e d’altre piante e, tenendo pure conto che un enzima è, fondamentalmente, il “prodotto” di un gene che per esso codifica, notiamo per inciso come questo gene – come moltissimi altri – sia condiviso addirittura fra animali e vegetali! Ciò valga come risposta ai tanti "pseudo-ecologisti" e “bio-integralisti” vari, che inorridiscono quando si trasferisce in un DNA "animale" il gene di una pianta, o viceversa!

In ogni caso, un approccio pratico e parzialmente efficace al problema non sarebbe neppure troppo impegnativo, perciò non comprendo perché, varie e serie ditte, pur consapevoli del problema della breve vitalità di molti semi, non adottino almeno alcuni accorgimenti di base. Infatti inviano i semi soltanto al momento della maturazione, oppure conservano al freddo alcune specie, ma non altre, per le quali il problema sembrerebbe anche più cogente..
E’ il caso delle Lardizabalaceae, e, per quanto la ditta abbia fatto del suo meglio inviandomi semi appena pervenutile, non ho mai ottenuto la germinazione di Decaisnea fargesii (ottobre, ma anche giugno), Stauntonia hexapylla (novembre) e Lardizabala biternata (marzo-aprile, dal Cile), sebbene in un caso una residua (ma insufficiente) vitalità persisteva, per quest’ultima, in un singolo seme. Sembravano tutti disidratati; un imballaggio umido alla fonte ovvierebbe senz’altro all’inconveniente.
Per semi piccoli e deperibili – come quelli di molte Gentianaceae – credo che la refrigerazione sia fondamentale, oltretutto fisiologica dato l’habitat della gran parte di esse; ma, purtroppo, non sembrano rientrare nell’ambito delle specie immagazzinate al freddo.
Particolari problemi affliggono pure l’ordine Ericales, anche questo con semi spesso assai piccoli, e probabilmente deperibili; per le Ericaceae, Bruckenthalia spiculifolia e Chamaedaphne canaliculata, semi vecchi sicuramente di oltre un anno germogliano nell’arco di uno-due mesi, anche senza vernalizzazione.
Fallimento totale, o quasi, per le altre Famiglie dell’Ordine: le Epacridaceae, ad eccezione di Astroloma ciliatum, di cui tre semi (su più di venti) germinano dopo tredici mesi dalla semina (in marzo) – contenitore svernato all’esterno – sono semi grossetti, legnosi, (a differenza di quelli di Richea, Epacris, ecc.) più simili, nel “parallelismo” con le Ericaceae, a quelli di Arctostaphylos, ad esempio, questi ultimi forse ancor più “refrattari”, e necessitanti spesso di due o più vernalizzazioni.
Le Epacridaceae sono simili alle Ericaceae e di queste vicarianti nel continente australiano, dove l’isolamento ha determinato un’evoluzione “parallela” a quella delle loro ben più note e diffuse parenti; qui, alle note difficoltà di germinazione delle specie australiane in genere, si sommano quelle tipiche dell’Ordine.

Nessuna germinazione, (almeno su osservazioni protratte per circa due anni), per le affini Pyrolaceae (Pyrola, Moneses ed Orthilia sp.) e per le Diapensiaceae (Diapensia lapponica), tutte dalla semente fine come polvere; ma qui, il problema principale credo consista nell’ulteriore progresso di quel rapporto, esistente probabilmente in tutte le Ericales, tra radici e funghi simbionti (la cui morte, a seguito di un pH elevato, inabilita le radici di azalee ed affini ad assorbire il ferro, determinandone la clorosi e la morte); nella Famiglia che probabilmente è la più evoluta dell’Ordine, quella delle saprofite Monotropaceae, prive di clorofilla, la dipendenza dal fungo (che degrada i composti organici rendendoli assimilabili per la pianta) è totale e perenne; tuttavia, ritengo plausibile che, anche nelle meno specializzate Pyrolaceae, tale simbiosi sia essenziale almeno per la germinazione (come accade nelle Orchidee, insomma, dalla semente di fatto “pulverulenta” come quella delle Pyrolaceae, ecc...).
Un testo da me recentemente consultato conforterebbe indirettamente questa supposizione, descrivendo come “indifferenziato” l’embrione nei semi delle Pyrolaceae. Può darsi che il fungo abiliti l’embrione, in questi minuscoli semi, a compiere l’ultimo stadio della maturazione.
Suggerirei, a chi abitasse in prossimità di brughiere o simili, di tentare la semina di tutte queste specie (anche delle Epacridaceae) in terriccio prelevato in prossimità di Ericaceae (o Pyrolaceae, diffuse nella fascia prealpina) spontanee, compiendo tentativi “incrociati” fra le diverse specie: potrebbe esistere una “compatibilità latente”, un “pre-adattamento”, in qualche specie nostrana di funghi simbionti.


In altri casi, i problemi sembrano sorgere dalla percentuale di olii contenuti nel seme, olii spesso instabili, capaci di dar luogo a perossidi inutilizzabili e per di più dannosi per l’embrione.
E’ curioso osservare, però, che semi ugualmente “oleosi”, perfino nell’ambito della stessa Famiglia, abbiano longevità tanto diverse; caso tipico è quella della Hevea brasiliensis, (“albero della gomma” la cui esportazione, in tempi in cui la navigazione durava mesi interi, fu infine possibile solo grazie alle “celle di Wardian”, in pratica serrette di pre-semina; ma basterebbe ritengo un buon imballaggio in torba umida, atto stavolta principalmente a sottrarre il seme all’eccessivo contatto con l’ossigeno, evitando però di asfissiarlo totalmente”).
I semi dell’affine Ricino, sono quasi identici in scala ridotta a quelli di Hevea, eppure sembra possano serbarsi per anni.
Sarebbe interessante, al di là dell’esigenza di ottenere semi freschi e germinabili, capire le ragioni biochimiche di tale sorprendente “divergenza”.
Ritengo possa trattarsi di differenze a carico delle molecole lipidiche, probabilmente in alcune specie prevalgono acidi grassi insaturi – dove la labilità del “doppio legame” faciliterebbe la perossidazione – e ciò abbrevierebbe significativamente, almeno in caso di esposizione all’aria libera, la vita dei semi, infatti a volte semi di specie deperibili “quiescono” nel terreno per anni, forse perché protetti dal contatto con l’aria libera. E’ sì noto che gli “olii vegetali”, tratti da semi di piante tropicali, sarebbero nutrizionalmente meno raccomandabili, proprio in quanto più “saturi”, ma ciò non rappresenta probabilmente una regola.
E’ plausibile che i semi di molte specie tropicali, tipiche di ambienti “competitivi” dove occorre crescere al più presto, abbondino di questi grassi insaturi, di pronta metabolizzazione, ma altrettanta rapida degradazione, se non utilizzabili al fine specifico entro breve tempo; emblematico il suesposto caso di Shorea robusta, e nulla ottenni mai (in dicembre – aprile – agosto) dall’unica Dipterocarpacea, Monotes sp. i cui semi riuscii a procurarmi, ma che sono sempre marciti, sia seminando l’intero endocarpo legnoso, sia spaccandolo e piantando i semi così estratti.

Varrebbe certo la pena – ovviamente laddove si disponesse di ampli quantitativi di semente – sperimentare conservazioni sotto vuoto, o in atmosfera rarefatta, a ridotto tenore di ossigeno: ottenere una “longevità” di sei mesi, consentirebbe già la diffusione di molte, fra queste specie.
Misurare il “grado di insaturazione” dei varii olii sarebbe comunque interessante, e non dovrebbe esser difficile, anche senza una complessa strumentazione, applicare il vecchio metodo di determinazione del “numero di iodio”, a patto ovviamente di disporre di semente in quantità tale da ricavarne olio a sufficienza per l’esame.

Sempre nelle Euphorbiaceae, (subfam. Phyllanthoideae), per Pseudolachnostylis maprouneifolia i semi (rinchiusi nell’endocarpo legnoso di una drupa a deiscenza lenta, (è bene aprirla con deboli colpetti di martello sull’asse verticale), benché vecchi di circa un anno, serbano ancora il 30-50% della vitalità, che però scende pressoché a zero in due anni. Germogliano in 10-25 giorni, e le piantine non resistono al diradamento (necessarie semine individuali).
Tutto ciò sembra valere, più o meno, per generi affini: Breynia, Phyllanthus (P. reticulatus, vitale se acquistato in marzo-aprile (da Silverhill Seeds); Emblica officinalis (in varie epoche, germinazione erratica fra 20 e 60 gg., di non più del 5-10%).
Sauropus androginus – acquistato in luglio, poi nuovamente in ottobre 2001 – dà, come germinazioni, circa 4 su 10, in entrambi i casi – piantule robuste ma a crescita lenta. La germinazione richiede di norma uno-due mesi, sporadicamente di più.
Stessi tempi per Antidesma venosum, in Luglio, ove occorre però estrarre dal cassone umido i vasetti con le plantule germinanti, in quanto molto sensibili al marciume del colletto. Un po' più pronta la germinazione di Antidesma voegelianum, circa 20 giorni da una semina di metà Agosto.
Euphorbia baselicis, di suoli aridi (semina 28/7: due piantule dopo un mese, più due dopo 70 giorni, dopo piogge, su 8 semi).
Euphorbia portlandica nasce in 10 -15 gg. (70%), ma una plantula germoglia dopo quasi un anno.
Mai ottenuto nulla dalle africane Bridelia mollis e B. micrantha, da Lachnostylis hirta (raggrinziti), da Schinziophyton rautannenii (endocarpo legnoso durissimo, e tentando di aprirlo si spacca il seme). Forse occorrerebbe un preparato batterico di quelli impiegati per “digerire” le ceppaie, previa scarificazione del seme e molto calore. Lo stesso per i simili – più piccoli – semi di Givotia madagascariensis, seminata tre mesi fa. Anche gli australiani Petalostigma sp. e Ricinocarpus pinifilius, con semi simili a Ricinus (questa volta molto piccoli) non germogliano mai (varie epoche di acquisto) e, ispezionati circa due mesi più tardi, risultano marciti; Hymenocardia ulmoides (Sottofamiglia Phyllanthoideae), varie epoche di ordinazione, germoglia bene (40-60%) in 10-30 gg. anche se la crescita è lentissima e la “adattabilità” alla coltivazione sembra complessivamente scarsa.
Hymenocardia acida (acq. 3/2002 - 1/2003, niente, marciti dopo due mesi).
Jatropha sp.pl. – la longevità media non dovrebbe superare i 6 mesi – dopo un anno, un singolo seme (su 10-20) può ancora germinare. La J. curcas sembra particolarmente deperibile 4/5 mesi dopo la raccolta; nessuno germinò, su 9 (ed anche qui, la stretta parentela con Ricinus fa apparire il fatto enigmatico).
Manihot sp. (acquisto e semina 3/1997, germ. 4-5/1998, tutti (3/3); ma, piantando semi molto freschi, la germinazione può essere rapida (10-20 gg.)
Aleurites fordii – indicata come “deperibile” maturerebbe in marzo ma, per complicazioni doganali, mi pervenne in giugno. Semi con involucro legnoso, non duro come Schinziophyton, però. La ditta consigliava trattamento con Acido Ascorbico, senza precisare però tempi e dosi; ignoro se esso abbia funzione meccanica di “ammorbidimento” (come varii acidi “forti”, tra cui il solforico), od intervenga pure nei processi trofici dell’embrione.
Rinunziai a una semina ortodossa ma, per non gettar via questi grossi semi ormai vecchi, li posi come “drenaggio” in un vaso di coccio, rimasto all’aperto in inverno; ed ebbi la sorpresa, la primavera seguente, di veder spuntare una robusta piantina di A. fordii!
Drypetes sp., presenta semi assai vicini alla specie precedente per dimensioni ed aspetto; non nacque purtroppo nulla, da una semina dello scorso febbraio; ispezionati alcuni mesi più tardi, i semi si rivelarono internamente marciti.
Anche per Mallotus japonicus, occorre pazienza, se non sono freschissimi: semi 1/2001, germ. irregolare tra 5 e 7/2001, dovrebbero conservarsi per almeno 6 mesi, a temperatura ambiente. Ma altri semi, piantati nel novembre 2002 - appena raccolti - vasetto svernato all'aperto - hanno dato una prima germinazione soltanto nell'agosto 2003, ed altre 8 - 10 nell'ottobre 2003.
Putranjiva roxburghi: acquistata in tre riprese, tra 5/2001 e 8/2001 (nell’ultimo caso dopo 20 giorni), due soli principio di germ. (forse per le temperature più elevate?), ma la plantula non riesce ad emergere, forse disidratata dall’agripelite pura in cui l’avevo posta, per evitarle – all’opposto il marciume del colletto che aveva colpito l’altro esemplare – germ. comunque deboli, stentate.
Plukenetia volubilis – (Acalyphae) grossi semi discoidali, e germ. stabile (prossima al 100%), epoca anche a 20-25 gradi, germ. in 5/15 giorni, ed è importante la porosità del substrato, la non copertura dei contenitori (pena il sicuro marciume della plantula germinante) e vasetti singoli, soffre molto il rinvaso, anche se accurato, e piante già assai robuste possono entrare in una stasi vegetativa con esiti degenerativi. Soffre gli eccessi d’acqua pressappoco come Ricinus (cui le plantule inizialmente somigliano molto) anche quando, in piena crescita, sembrerebbe assimilarne in quantità. E’ opportuno seminarli sotterrandoli appena, purché il substrato sia sempre umido, in un composto capace di assorbire, ma al contempo arieggiato: l’agriperlite pura, o la pomice, è forse l’ideale. Converrebbe impiegare vasetti di torba evitando così ogni trauma da trapianto, interrandoli a tempo debito in un substrato più ricco.
Acalypha sp. pl. Sudafricana mai germinata; i semi, benché piccoli (e di specie non prettamente tropicale come la precedente) sembrano avere minore longevità.
Chrozophora tinctoria (specie nostrana) deve vernalizzare; seminata in ottobre, germina massicciamente in giugno.
Tra le famiglie con semi oleosi, vorrei segnalare il totale – sinora – fallimento con le Pedaliaceae: nulla, per anni, da Harpagophytum procumbes (varie epoche), da Holubia saccata, da Sesamum sp. pl., Dycerocarum eriocarpum e una sola, ma debole e presto marcita, plantula da Dycerocaryum senecioides, di cui vengono forniti i durissimi frutti spinosi. Con difficoltà, riuscii ad estrarre qualche seme integro, ma con l’esito di cui sopra.
Questa famiglia ha semi tra i più oleosi (sembra anche oltre il 50% di olii), eppure vivono quasi tutti in habitat (sub) desertici, che ben di rado offrono piogge e possibilità germinative in tempi brevi.
Gli stessi fornitori locali (Silverhill Seeds) mi confermarono di non aver ottenuto germinazione di Harpagophytum, e consigliarono di provare con temperature più alte. Usai così la “serretta” in gennaio, ottenendo una germinazione in meno di un mese: in maggio provai a “decorticare” delicatamente – con le sole unghie – i semi rimasti. Ripiantandoli, in “serretta” ottengo una germinazione dopo solo dieci giorni. In aprile semino per la prima volta Sesamothamnus lugardii, dai semi “piatti”, (più simili a quelli delle affini Bignoniaceae, come Rhigozum, ma differente è la postura dell’embrione). Seminati in superficie, in ambiente umido, germinano tutti, con plantule robuste, in soli 3/7 giorni! – anche in questo, più che le Pedaliaceae ricordano alcune Bignoniaceae e le plantule, il cui fusticino s’ingrossa – subito quasi a “caudex”, temono solo gli eccessivi apporti idrici.

Per le “oleose” Thaceae, la vitalità è di consueto limitatissima: semi di Camelia sp. pl., “vecchi” di tre-quattro mesi, marciscono poco dopo la semina, ma stranamente, i semi - assai simili – di Tutcheria spectabilis, sembrano molto più serbevoli – benché non mi risulta che la ditta fornitrice li refrigeri o altro – e germogliano bene in febbraio, così come in luglio (circa 50%) entro una/due settimane – ma le plantule sono sensibilissime al marciume del colletto, ed è meglio seminare subito all’aria libera, ed in agriperlite pura. In ottobre, la germinazione richiese 4/6 settimane. Quest’anno, però, in maggio, i semi ordinati risultarono non vitali.
Adinandra milletii, Ternstroenis japanica e Stewartia pseudo camellia/sinensis, tutti dall’H.B. di Lucca, ricevuti alla A.Di.P.A. in aprile, non sono mai vitali (maturano in ottobre); Schima argentea, seme di tipo piatto, alato come Stewartia, sembra meno “critica”, e germoglia ad intervalli, fra 20 e 80 giorni circa, sia a febbraio (circa 70-80%) come in novembre (idem), anche se talvolta la ditta incrementa il contenuto di una bustina, dichiarando di aver riscontrato un “calo di germinabilità”- ed è verosimile, considerando le specie affini.
Quest’anno, di semi acquistati in luglio però, non ne è germinato nessuno così come, in aprile, Schima wallichi, benché acquistata di “fresco” arrivo. I semi (piatti, alati) di Franklinia alatamaha si conservano - a temperatura ambiente – non più di due-tre mesi. Le plantule comparvero a “scaglioni”, quando ogni 15 giorni circa, reidratavo a fondo il vasetto di semina. E’ una di quelle specie in cui l’alternanza di secco – inzuppato – secco attiva la germinazione, ogni volta di un nuovo gruppetto di semi. E’ rischioso per le plantule già germinate, sensibili ai marciumi; occorre fare asciugare bene il terriccio tra due idratazioni, e meglio seminare singolarmente, evitando così reidratazioni superflue (e rischiose) per attivarne i semi rimanenti.
Sarebbe inoltre opportuno seminare o porre il vasetto in frigorifero, sino a febbraio, nelle località in cui il mese di maturazione/semina (settembre/ottobre) fosse ancora caldo.

Erythococca meynhartii, Euforbiacea “aberrante” dai semi pressoché identici a quelli di Passiflora/Adenia – sicura testimonianza di un antichissimo collegamento tra le due Famiglie. Similmente a questi, i semi non sembrano immediatamente deperibili: in marzo, germinazione del 40 % (in 20/30 gg), plantule marcite per “eccesso” – per modo di dire – di acqua; circa 30 % di germinazione in giugno – in agriperlite pura, e le piante vivono più a lungo ma, anche qui, un’annaffiatura di “troppo” le uccide; nuovo tentativo in agosto, ma non nasce nulla: probabilmente muore per eccesso di acqua. Nuova semina in ottobre, e dopo 40 giorni, 1/2 semi stanno ora germinando normalmente.
Seminate in febbraio, germogliano alla fine di marzo; una semina da novembre, esposta alle stesse temperature, germina a metà aprile: ignoro finora il senso di queste anomalie. Una semina a fine maggio dà i primi (3-4 su 25) risultati dopo un mese (in serretta): riescono meglio in ambiente caldo-umido (germinatoio a “serretta”) usando però un substrato molto drenante (pomice, perlite e poca vermiculite). Infine, a fine giugno, in una “serretta” meno riscaldata (dal sole), germinano, circa 15 su 25, in soli 20-25 giorni.
Nulla sinora neppure da Spirostachys africana, i cui semi, localmente noti come “jumping beans”, sono quasi regolarmente “abitati” da una larva, i cui movimenti fanno, per l’appunto, “saltare” i semi: ma temo che il problema, come per i morfologicamente simili Sapium, Mallotus o Macaranga, ancora consista nella elevata ossidabilità degli olii.


Semi oleosi anche quelli delle Flacourtiaceae: i più grossi, come quelli di Pangium edule, usati per l’estrazione locali di olii.
Molto piccoli invece quelli di Trimeria trinervis, che maturano in ottobre/novembre in Sudafrica; germ. erratica, 20/40 % entro due mesi, ma, già in marzo, la germinabilità si è ridotta al 5% circa. Ma quest’anno, a fine maggio, la semina di T. trinervis dà 10 plantule – su 25 semi, con 3 marciumi dei semenzali – in circa 15 giorni: sono risultati contraddittori, mi limito qui a riportarli. Unica differenza nell’uso del substrato, l’ultimo era un misto di perlite e vermiculite, molto leggero.
“Ufficialmente” ritenuta deperibile è la affine Kiggelaria africana, che la stessa ditta raccomanda di seminare immediatamente acquistandoli in marzo/aprile, non appena maturano; entro un mese, la germinazione è intorno al 90/100 %, (in 15/30 gg); ma già in giugno/luglio, è scesa praticamente a zero: su 100 semi, piantati a metà giugno, solo uno ne germogliò, ed in questo caso dopo ben quattro mesi!
La plantula derivatane è però robusta e vitale, con un ritmo di accrescimento assolutamente normale. Una seconda piantina germina poi, quasi a metà novembre, all’aperto. Quest’anno (2003) Kiggelaria, seminata il 17 maggio, sino ad ora (fine giugno) non dà alcuna germinazione, (semi dell’anno precedente?).
Sempre in marzo/aprile matura Dovyalis caffra che, seminata in luglio, risulta già del tutto non vitale: invece, semi raccolti a settembre, (H.B. di Lucca), e subito seminati, germogliarono tutti (12/12) in 15/30 gg. Dal Sudafrica, acquistai semi che piantai l’11 di maggio, hanno dato quasi l’80% di nascite, in circa venti giorni. (Maturano lì in marzo/aprile).
Mai nulla in passato da Flacourtia indica, (dai semi similissimi ai precedenti), seminata in dicembre e poi in marzo. Ma quest’anno (2003) ottengo 5/6 germinazioni (su 25) per semi acquistati a fine febbraio: dovrebbero maturare in dicembre/gennaio, e forse gli anni precedenti avevo ricevuto semi vecchi di un anno, totalmente non vitali. Una seconda semina il 27/5, con la prima germinazione attorno al 6/6, e la quarta (su 50 semi) attorno al 22/6 (forse le elevate temperature della “serretta”, 40-45 C°) raggiunte di giorno, hanno rappresentato l’elemento di successo; ma l’elevata umidità ha pure determinato il marciume di 2/3 piantule, su dieci.
I piccoli semi globosi di Idesia polycarpa sembrano assai più serbevoli (almeno un anno, soprattutto se lasciati nella bacca, anche se la germinazione è irregolare (20 gg – 4 mesi; meglio vernalizzare) e c’è il rischio di marciume per le plantule già germinate (anche qui, l’alternanza secco-idratato-secco sembra “svegliare” i semi che si ostinano a quiescere).
Non credo che la vitalità duri comunque oltre i due anni, almeno non con percentuali apprezzabili.
Simili i semi (e simile situazione) anche per Scolopia zeyheri (Sudafrica), arbusto di zone semiaride, a crescita medio-lenta: i semi, contenuti nella bacca essiccata, dopo un anno sono perfettamente vitali (circa 80% germ.), dopo un anno e mezzo o poco più, ancora il 50-60% è vitale; dopo tre anni, sono tutti secchi ed irrecuperabili.
Si trattava comunque, è bene precisarlo, di semi rimasti all’interno del frutto, essiccato; altri acquistati già “puliti”, dopo neppure un anno erano inutilizzabili.

Vorrei perciò qui smentire una diffusa convinzione riguardante la necessità di “pulire ed asciugare” i semi, per meglio conservarli: ciò potrà valere per molte specie ma, nella più parte dei casi, la PERMANENZA nel frutto è invece raccomandabile, poiché arresta o rallenta presumibilmente l’ossidazione che, a tale tipologia di semente, risulterebbe fatale.

Di Azara microphylla, semi come sopra, ma “puliti”, non mi sembra di ricordare che sia mai nato nulla (semine di 5/6 anni fa).
Infine, semi (piatti, irregolari – o non del tutto sviluppati?) di Poliothyrsis sinensis, di cui coltivo un piccolo esemplare, sembrano del tutto sterili, non germinano nemmeno se seminati subito – ed analoghi riscontri mi comunica l’esperto socio Dott. Maurizio Vecchia; eppure, i fiori sono “perfetti”, forse occorrerebbe una impollinazione crociata; Carrierea calycina, simile al precedente, di cui acquistai i semi (assai simili ai primi) nel novembre 1997, non dette similmente alcun esito. Per quest'ultima specie, purtroppo, non esiste più neppure un fornitore.
Quest’anno ho acquistato semi di Casearia nitida, simili a quelli di Aberia, da EXOTISCHE SEMENTES: seminati il 15 gennaio, 3 su 10 germinarono, in 15-20 giorni, ma troppo deboli, e, danneggiati da un’innaffiatura di troppo, sono marciti tutti. Altra semina a metà febbraio, ma nessun seme era più vitale. Per Xylotheca kraussiana, (semi di 4x6 mm), germogliano per il 40% in agosto, in 15/30 giorni.


Passando, in questa prima, rapida esposizione, alle Solanaceae, menzionerò le due specie da cui mai ottenni germinazioni: Duboisia hopwoodi ed Anthocercis littorea, entrambe australiane, a seme piccolo (per la prima, simile al tabacco) e se l’analogia si estende anche alla biologia del seme, non dovrebbero esserci grandi problemi di longevità (Nicotiana dà germinazioni, benché scarse, anche dopo 3/4 anni e forse più); è un problema, già dissi, di molte specie australiane, (e sudafricane), per le quali si consigliano i “Seed-Primer” di Kirstenbosch – da me però usati senza apparenti risultati.
Anche se il genere Solanum è notoriamente “facile”, di questo pure, le specie australiane sembrano problematiche. Si dà ai Solanum una “vita media” di un anno, con punte di due come residua germinabilità, ma, per le specie australiane (spesso xerofile) il problema sembra diverso; infatti, S. lasiophyllum, vecchio di forse tre anni, dette 3/4 piantine – su 15/20 semi – anche se poi queste si rivelano assai vulnerabili ai ristagni idrici – mentre nulla ho mai ottenuto da S. symonii, S. phlomoides, S. chippendalei, S. simile ecc. dopo sei e più mesi dalla semina (le specie più usuali germinano in 10/40 gg.); ho ispezionato e sezionato alcuni semi, che non apparivano però marciti; suppongo fossero quiescenti, benché non seppi come attivarli – anche l’alternanza secco – inzuppato – secco potrebbe forse aiutare.
Almeno per le specie con frutto a bacca disseminati da mammiferi, la germinazione potrebbe essere attivata da enzimi digestivi (empiricamente, consiglierei il succo di Carica papaya (o Carica sp.) soprattutto delle foglie, ricche di papaina).
Tentare varie temperature, tra i 25 e i 35 C° (ignoro quale sia la temperatura per cui l’azione enzimatica della papaina è massima).
Dopo poche ore di trattamento (a simulare i processi naturali, ma tenendo conto dell’essere la Papaina un surrogato), si dovrebbe però, in base a quanto inizialmente esposi, trattare con qualche prodotto indolico, (MELATONINA, ossi-triptofono o altri) meglio se con un po’ di letame (batteri decarbossilanti) ad imitazione dei composti con i quali questi semi vengono a contatto in un secondo tempo.
Ho notato anche una mancata germinazione (in cassetta) di uno strano Solanum sudamericano (simile a S. citrullifolium) con corolla lilla zigomorfa – simile un po’ a Bauhinia – spinosissimo, vischioso e - sembra – insettivoro; eppure questa specie, seppur sporadicamente, si autosemina sempre, all’aperto. Si noti che in questa specie, il frutto è racchiuso in un calice accrescente spinosissimo1 – perciò nessun animale dovrebbe nutrirsene – e i semi sono neri, credo per sfruttare meglio l’effetto termico dei raggi solari, e forse per questa ragione, se seminati al buio non germinano (anche fra gli affini Capsicum, la specie C. pubescens – di zone più fredde – benché baccato, ha semi neri, forse anche qui per sfruttare al massimo l’irradiazione solare)2.


Difficile – o meglio erratica – la germ. di Hyosciamus soprattutto se si considera trattarsi di specie annuali-biennali: la struttura stessa dell’infruttescenza, dalle capsule a “pissidio”, suggerisce un “rilascio” graduale dei semi, quindi uno “scaglionamento programmato” delle germinazioni. Anche in Datura si riscontra un analogo, evidente scaglionamento che copre intervalli di 3/5 anni; resta il fatto che Hyosciamus, pur producendo in proporzione altrettanti semi, in natura è assai più raro e localizzato di Datura; sarebbe interessante comprenderne la ragione.
Altri tre “problematici” generi affini sono Atropa, Mandragora e Scopolia (in ordine crescente di difficoltà, per le prime due, so per esperienza che la terminabilità persiste sicuramente per almeno un anno, ma la germinazione è imprevedibile).
Per Scopolia carniolica– acquistata in autunno / inverno da CHILTERN SEEDS, per tre volte – neppure una sola germinazione. Alcuni suggeriscono di trattarli con una soluzione idro-alcolica al 40/50%, è una possibilità da tentare, ma raccomanderei che tali trattamenti abbiano breve durata. Più opportuna mi pare la vernalizzazione.
Per Vestia foetida (Cile) la germ. è un po’ erratica (da 20 a 90 giorni) in genere concomitante con la reidratazione del vasetto (teme i ristagni, è bene far asciugare completamente tra una annaffiatura e l’altra, ed usare vasetti piccoli – nei climi caldi, meglio seminare a fine estate (agosto), o presto in febbraio, cosicché le plantule, che soffrono il caldo, giungano sufficientemente irrobustite all’arrivo di questo.

Anche per le Anacardiaceae, la perdita di germinabilità può rappresentare un problema, in alcuni casi, ad es. in Mangifera il seme, benché rinchiuso in un endocarpo rigido, si disidrata a temperatura ambiente nell’arco di 2/3 settimane al massimo.
Più spesso, il problema sembra rappresentato dalla originaria aplasia embrionale. In molti Generi delle Anacardiaceae, il “seme” con cui il coltivatore ha a che fare, è in realtà un ENDOCARPO, più o meno legnoso, al cui interno è sito il “vero” seme, spesso più di uno.
Le Anacardiaceae, però, annoverano spesso specie dioiche, rendendo quindi necessaria la compresenza di ambo i sessi per la fecondazione; tuttavia, l’assenza dell’impollinatore sembra non essere d’impedimento, ciò che è curioso, per la allegagione del frutto, che risulterà esteriormente normale, una volta giunto a maturità; al suo interno, ci si illuderà di trovare un grosso “seme” legnoso ma, in realtà, tale endocarpo è, in questi casi, pressoché vuoto.
L’ex presidente dott. Naccarati notava infatti, in un suo articolo (Le piante donate dal Presidente all’H.B. di Lucca), come un singolo esemplare femminile di Harpephyllum caffrum, specie dioica, giungesse sorprendentemente a maturare frutti nel suddetto Orto Botanico; dall’articolo non si apprende se tali frutti siano mai stati utilizzati per la semina; quasi certamente l’esito sarebbe stato negativo. Ho personalmente acquistato semi di H. caffrum, dal Sudafrica, che, in gran parte, si sono rivelati “vuoti”: ciò non costituisce certo una regola, dipendendo dalle condizioni di “promiscuità” o viceversa di isolamento in cui la pianta madre si trova, comunque consiglierei a chi volesse coltivare tali piante, garantendosene oltretutto la disponibilità di maschi e femmine, di optare, per maggior sicurezza, per l’acquisto di quantitativi maggiori (50/100 semi).
Mai ho ottenuto germinazioni – salvo 2 o 3 stentate ed “abortite” – dalle varie specie della sudafricana Ozoroa; e la totalità o quasi dei frutti aperti risultava “vuota”.
Risultati simili per Lythraea sp., grosso albero sito nell’H.B. di Roma, che allega numerosi frutticini verdi, anch’essi per lo più vuoti.
Infine il problema riguarda alcuni Schinus (S. molle e S. terebinthifolium), sia per semi raccolti, sia acquistati; invece, S. dependes (all’H.B. di Roma, presenti sia maschi che femmine) germina regolarmente.
Fra le specie con endocarpo legnoso, Sclerocarya birrea non sembra presentare tale inconveniente: i semi inoltre mantengono – per mia esperienza – almeno il 40/50 % di vitalità dopo tre anni e più, germogliando irregolarmente in 20-90 giorni (in media 30-40). Ogni “nocciolo” contiene due, talvolta tre “veri” semi, perciò, dopo che la prima plantula germinata avrà sospinto il “nocciolo” fuori dal terreno, sarà opportuno re-interrarlo, consentendo la germinazione anche del secondo seme.
Temono molto ristagni e marciumi, soprattutto in questa fase.
Se si utilizzano contenitori grandi (vasi di 18 Ø in su) per semine “collettive”, è possibile anche usare soltanto argilla espansa (piccola) o pomice pura, purchè annaffiate allora regolarmente; ciò vale anche per altri semi di analoga tipologia strutturale-dimensionale. Le radici tuberizzate di questa specie, ed il riposo (caducifoglia per siccità) consentono, sia pure con cautela, di dividerle poi agevolmente.
Semi di Semecarpus anacardicum, acquistati in Aprile, poi in Agosto, germinano in 5-15 giorni, in substrato sciolto e drenante; marciscono se seminati in profondità, meglio in superficie, tenendo umido al coperto. Teme eccessi idrici, mentre resiste bene alla siccità, anche come plantula. Semi acquistati in gennaio non erano più vitali.
Spondias dulcis e S. mombin ad endocarpo legnoso, germinano molto lentamente ed erraticamente: su 5 semi acquistati, nell’Ottobre 2001, (seminati in casa), una piantina germogliò improvvisamente, nel giugno 2002, nel terriccio ormai asciutto da quasi un mese (!); reidratandolo, nei 30-40 giorni successivi emersero altre 6-7 piantine; una successiva germinazione a fine settembre, ed un’ultima infine nel marzo 2003; purtroppo le necessarie “reidratazioni” provocano il marciume di qualche esemplare già sviluppato (hanno radici tuberizzate). Conviene quindi asportare e riseminare i “noccioli” ancora non germogliati – anche qui, ognuno contiene due semi, quindi attenzione a non gettarli via. S. dulcis, con “noccioli” un po’ più piccoli, dà pure germinazioni “rapide” in circa 20/30 giorni.
Laurophyllus capensis, seminato in Agosto, mi dà per ora -dopo venti giorni- una sola germinazione.
Per Loxostylis alata, sudafricano, ho ottenuto alte percentuali di piantine (in 15-30 giorni) in luglio-agosto, ma anche nessuna germinazione (acquisto del dicembre scorso). Quest’anno, in maggio, ottengo nove plantule (su 25 semi) in 15-30 giorni.
Per il Genere Rhus, i risultati sono molto variabili, purtroppo non ho tenuto annotazioni esatte delle esperienze, ma sembra che ci siano perdite significative di germinabilità, seppur non repentine.
Di Rhus lancea, (seminata ottobre 2002) una germinazione nel dicembre 2002, ed una seconda nel febbraio 2003, poi più nulla (su 25 semi).
Per R. nebulosa, acquistato (presumibilmente fresco) nel maggio 2003, le prime 3-4 germinazioni ( su 25) già in 15 giorni; più lento Rhus leptodyctia, (stessa epoca), la prima germinazione dopo tre settimane; ma poi, entro due mesi, la germinazione è pressoché del 100% (nelle altre specie, al massimo 4/5 plantule su 25 semi).
In generale, le specie nord-americane (R. quercifolia, integrifolia, ecc.) germogliano bene dopo una lunga vernalizzazione.
I risultati più sorprendenti riguardano però l’australiana Rhodosphaera rhodanthema, con endocarpo legnoso: maturano in novembre e vengono indicati come “deperibili”.
Li ricevetti, e li seminai a fine maggio, senza particolari speranze; a settembre, però, spuntò una robusta piantina addirittura in pieno gennaio (all’aperto), con temperature notturne anche al di sotto dello zero, un secondo esemplare, di questa specie tropicale, germogliò vigorosamente (!), restando del tutto indenne ai venti gelidi che caratterizzarono questo freddo inizio d’anno (2003).
P . S. ben 8 anni più tardi, 3 plantule germogliarono da terriccio riutilizzato, in cui erano ancora presenti gli endocarpi!

- FINE PRIMA PARTE -

Edited by fabrizio3 - 24/7/2017, 02:12
view post Posted: 30/9/2016, 13:59     Sperimentazione Animale - Riflessioni Varie
Ecco i vostri santi sensibilissimi ricercatori e la loro attenzione per gli animali che squartano ridendone?




dal minuto 3.26 vsi assiste a scene registrate da infiltrati nei laboratori di ricerca. è possibile osservare i comportamenti di persone cui non basta esternare le loro frustrazioni mediante una professione che consiste nel torturare terzi, ma che lo fanno con la noncuranza e la distaccata tendenza alla beffa del malato mentale.
Tanto poi basta raccontare ai tanti còglioni terrorizzati dalla prospettiva della malattia e della morte che la vivisezione è indispensabile e che i cari ricercatori hanno a cuore il benessere degli animali che sventrano su un tavolo avendo prima cura di recider loro le corde vocali perchè non siano di diusturbo, col nobile scopo di salvare biondi bambini riccioluti da destini atroci.
Si sa che, dinnanzi al titolino di studio, le masse prolet con forcone e cappello di paglia s'inginocchiano e attendono il dogma, ben pronti a bersi qualsiasi mèrdata

Aggiorna: No, io non straccio la tessera sanitaria, io esigo il sacrosanto diritto di potermi curare senza renermi complice dei novelli menghele, e lo faccio promuovendo la vera ricerca, quella che mira a compromessi tali da poter consentire cure adeguate a chi ne necessita senza ricorrere a genocidi che trovano la loro ragion d'essere più nel profitto degli psicopatici che ne sono artefici che nella nobilcausa dietro la quale si nascondono usando la solita tristissima demagogia sentimentalista del bimbomalato

Aggiorna 2: Una "persona comune" che riesce,ogni mattina, ad andare a lavorare sapendo che il suo lavoro consiste nel torturare e uccidere terzi, a mio avviso non è del tutto apposto. Se anche non gode di quel che fa,ma riesce in ogni caso ad estranearsene (quindi a continuare a farlo con freddezza e distacco), ritengo che, se proprio non si vuol scadere nel disprezzo, sia almeno logico chiedersi come è possibile (per quale assurdo processo mentale) che un essere teoricamente dotato d'empatia riesca ad agire in questa maniera.

Aggiorna 3: giacchè esistono ricercatori e medici che sostengono l'inutilità della sperimentazione animale e promuovono metodologie alternative, concediamoci il lusso di accantonare diavolino il ferramenta coi suoi dogmi triti e ritriti del "non esistono alternative puntoebbasta".
--
pic: tiriamo fuori una questione interessante. vi è da dire che l'onnivoro compie spesso una forma di violenza indiretta, esercitata mediante i propri consumi e non con l'atto pratico. E' più facile,in tal caso, riuscire a distaccarsene (che poi siano parimenti "colpevoli" rispetto agli esecutori materiali è un'altra questione). Tant'è che spesso,dinnanzi alla prospettiva di uccidere direttamente l'animale, chi mangia carne finisce col tirarsi indietro.
Chi sperimenta sugli animali esercita una forma di violenza diretta. Come,ad esempio, il contadino che alleva il maiale e poi riesce con una freddezza a mio avviso non umana a immobilizzarlo e ficcargli un coltello in gol

Aggiorna 4: Chi sperimenta sugli animali esercita una forma di violenza diretta. Come,ad esempio, il contadino che alleva il maiale e poi riesce con una freddezza a mio avviso non umana a immobilizzarlo e ficcargli un coltello in gola, a tenerlo fermo mentre strilla e tenta di liberarsi perchè non gli sporchi i vestiti di sangue.
E' dinnanzi alla freddezza della violenza diretta che io m'interrogo sui processi mentali che spingono a compierla senza che chi ne è artefice sia -com'è a mio avviso logico- sopraffatto dalle remore, dall'evidenza dei fatti in tutto il suo orrore.
Chi pratica violenza indiretta ha in un certo senso l'attenuante degli "occhi chiusi": il non sapere, o il non voler sapere, di cosa si rende complice. Chi esercita violenza in prima persona non ha neanche questa attenuante: tiene fermo un essere che soffre e muore perchè lui gli sta dando sofferenza e morte e poi va a spararsi una birra. Io non riesco a concepire chi si rendec artefice di azioni

Aggiorna 5: chi si rende artefice di azioni simili come "una persona comune, che non ha problemi di sorta"

Aggiorna 6: senti quell'altra, che strilla al nazismo appena vede minacciato il suo sacrosanto diritto di ammazzare gli altri. sono scelte,come no. se io scelgo di ammazzare tua nonna,come puoi tu essere così nazista da precludermi tale libertà? d'altro canto,io ritengo tua nonna un essere di serie b,sono legittimata giusto? tutte le devo sentire. passiamo oltre.

Mi è piaciuta molto l'analisi dell'uomo pensante non-sapiens..per altro dai post che mostra nei link risultano approfondimenti in merito alle dinamiche che portano taluni individui ad agire in maniera liberticida, o a difendere chi agisce in maniera liberticida. Non nego di essere profondamente interessata,nello specifico, alle dinamiche che spingono la maggior parte degli individui (legittimati e incentivati dalla società,autorizzati dalla legge) ad agire come degli schizofrenici nei riguardi della violenza nei confronti delle altre specie (ora condannandola,ora rendendosene complici). Principio per altro applicabile a m

Aggiorna 7: Principio per altro applicabile a molte altre questioni,ma che trova a mio avviso la sua massima esplicazione nelle tendenze antropocentriche.

da approfondire il discorso di pic, soprattutto per quel che riguarda la questione della violenza diretta e di quella indiretta, e di cosa spinga taluni a perpetuare quest'ultima (in specifici contesti) senza poirsi remore ne interrogarsi sul proprio operato, maneggiando esseri viventi sofferenti con la freddezza con cui si maneggia un oggetto.(posto che a determinare la prima sia la non-totale-consapevolezza, piu o meno autoindotta)










H. cogitans


Migliore risposta: Ciao,
premetto che ho da sempre la massima considerazione per la Scienza (opposta a tutto ciò che si vien costretti ad accettare benché arbitrario); non ne ho però, di gran parte di quanti portano l'etichetta di 'scienziati'.

Di consueto, lo 'scienziato', al di là delle nozioni/abilità meccanicistiche che può sì aver più o meno egregiamente acquisito, manca di un corrispondente 'upgrading' evolutivo al livello della Corteccia Prefrontale.
Cos'è? E' la regione più evoluta e recente del cervello, in cui si 'realizza' Empatia=(etero)Consapevolezza. Se se ne è scarsamente dotati, si resta sempre e comunque dei 'bruti', nel senso dantesco del termine.
Per risolvere Equazioni Differenziali del 2° ordine è invece sufficiente, a livello strutturale/computazionale, una 'quantità' di neuroni inferiore a quella (circa 50mila) presente nel cervello di una lumaca.
(Lo dico non a vanvera, ma da studioso di Intelligenza Artificiale che al liceo (classico) e senza basi si ricostruì da solo circuiti logici e di calcolo complessi, capendo però subito come da nessuno di questi sarebbe scaturita la 'capacità senziente' che -presumo- anche un lombrico possiede).
-Quelle sono invece 'funzioni' svolte da micro-regioni della Corteccia Parietale, area cerebrale molto più arcaica.

Per carità, sono il primo ad auspicare un Progresso, ma che concepisco solo come aumento globale di Benessere/Felicità; umana e non.
-Ma per la scarsa considerazione che ho di Homo sapiens (di cui certi scienziati si auto-eleggono Modelli Rappresentativi Ideali -che modestia!), valuto che ogni eventuale 'progresso', a tutto gioverà tranne che al *nostro* benessere.
Esisterebbero *da anni* rimedi che ringiovaniscono le cellule, eliminando la peggior causa di sofferenza, umana e non (basti vedere un cane di 10 anni, e avere un po' di Empatia)
-Ma le abbiamo mai viste in commercio?
-Ce le hanno mai offerte, gli innumerevoli 'Angeli Custodi' che vegliano (anzi, vigilano) notte e dì sulla nostra salute (pare vero..)?
-Purtorppo i 'progressi scientifici' sono solo quelli che sempre più tendono, foucaultianamente, a 'sorvegliare e punire'

L'intimidazione di cui parli è poi tattica da sempre nota a regimi d'ogni sorta, per domare masse ebeti.

-Un mio brevissimo test antropologico mi ha appena permesso di far 'emergere' la natura di fondo di un paio almeno di questi 'Grandi Benefattori dell'Umanità', attraverso commenti mirati su una pagina fb, e proprio su un post relativo a quel facile richiamo demagogico che citi

E' una pagina 'specista', vi sono intervenuto come Nooantrhropus noeticus (Homo noeticus - e davvero 'so' da sempre di non essere 'sapiens', né ci terrei a esserlo, proprio di fronte all'ottusità e al cinismo della c.d. 'Specie più Evoluta' -sì come no..!)

Notare la'umanità' delle risposte: a una ragazza che si preoccupava per gli animali sacrificati (Naturalismo ingenuo lo chiamo,ma non per questo da prendere a martellate), un 'Benefattore' consigliava ...di ammazzarsi! Bella ''Etica', no..? C'è da stare tranquilli, con 'attrezzi' del genere che operano '..Per il nostro bene'(!)
http://img256.imageshack.us/img256/6026/...

Poi, in spregio a ogni Logica (oltre che Etica), una 'Fisica Quantistica' (neuroni di lumaca, v.sopra), si meraviglia del fatto che il genere Homo possa 'mutare' (e che possano essercene di 'diversi' da quelli che tali lei intende -ma si limitasse ai Quanti -piccoli come il suo 'cervello'!). Ma come, non erano tutti Evoluzionisti? Questo, io lo chiamo 'fissismo'...
-La medesima si dice 'dispiaciuta' del fatto che mi trovi a disagio in un corpo (sapiens) che ''non riconosco'' ... be', la Logica Aristotelica (che vien prima della Fisica dei quanti) insegna che sono sbagliate tutte le conclusioni, tratte da premesse sbagliate o inesistenti:( 1) Non mi hai sottoposto a esami antropometrici; 2) Non ho mai detto di esser a disagio 'nel mio corpo', anzi è l'opposto e ci tengo alle mie 'differenze', quindi di cosa parli..?)
Non solo: da queste sue arbitrarie (quindi NON razionali- tantomeno 'scientifiche') conclusioni, la 'scienzata' azzardava un paragone col 'Non riconoscersi nel proprio corpo' tipico, a suo dire, dei 'trans'; ora, questa mi sembra una uscita davvero infelice, che rivela un livello Etico da Paleozoico inferiore..
V. http://img41.imageshack.us/img41/5172/te...
E magari son poi gli stessi 'progressisti scienziati' che appoggiano la Hack 'contro ogni discriminazione!' Ma basta poco a farli 'scoprire', altro che cane di Pavlov!

Che dire:Tolleranza, Empatia, Intelligenza non rientrano nei 'Programmi del Corso',pare.. anche fosse, mancherebbe quella Corteccia Frontale atta a recepirle.
-'Mi spiace ma non posso farci nulla', commenta sarcastica. Be', neanch'io posso far crescere a questa 'scienziata' il Lobo Frontale che le fa difetto..!

Sic stantibus rebus, ogni 'Progresso' non so a cosa possa portare... di sicuro a nulla di buono.




Fonte/i:
Ecco il link a quella demagogica pagina. FB -Non trovate poi sia di pessimo gusto 'vantarsi' di aver salvato qualcuno, quand'anche fosse..?
https://www.facebook.com/permalink.php?sto...199124936795298

Poi, strumentalizzare bambini come ''trofei''... màh
Chiedono di rinunciare alla 'Tessera sanitaria (per quel che ci dà..) ma NON a sovvenzionarli, eh quello resta d'obbligo :)

Edited by fabrizio3 - 30/9/2016, 15:42
view post Posted: 20/9/2016, 22:27     +1Animali e Parole : analogie tra Vita e Linguaggio - Riflessioni Varie
( da una mia risposta su YahooAnswer)
e tue riflessioni, strane in apparenza, sono invece molto sensate!
Esiste davvero una stretta affinità, non del tutto compresa, tra Sistemi Linguistici e Sistemi Biologici (sia intesi come Specie/Organismi, sia come Eco-sistemi a cui il rapporto tra queste dà origine).

Il linguista R. Jakobson notò analogie tra Codici Linguistici e Codice Genetico (che al variare delle 'sequenze' prodotte dà origine a tutte le Specie viventi, presenti, estinte...e future).
Entrambi hanno 'Ridondanza', se si scambia una lettera in un testo per un refuso, riusciamo lo stesso a capire, in genere; similmente, sostituendo una singola 'base' del DNA, la proteina risultante (spesso) 'funziona' ancora.
Mutazioni 'dannose' sono scartate, come accade per parole/espressioni troppo complesse o sgradevoli all'udito; ma altre sono accolte e arricchiscono il Sistema con la loro varietà, così come accade con la comparsa di nuove Specie.

-Entrambi hanno Doppia (o >) Articolazione (troppo lungo spiegarlo :( )

Le sequenze di aminoacidi (quindi le proteine, e in definitiva le 'caratteristiche' che distinguono le specie tra loro) cambiano nel tempo; esiste una 'percentuale media' di parole che mutano in un dato arco di tempo (e allontanano via via due lingue 'figlie' da un Antenato Comune'), come esiste una percentuale di aminoacidi che cambiano, nel corso dell'evoluzione delle specie (e comparsa di nuove), anch'esse con un 'tempo medio' abbastanza stabile:il c.d.Orologio Molecolare.

Le 'sequenze' possono essere più o meno diverse; per es. l'ormone della crescita (GH) di Scimpanzé, a causa di piccole variazioni è attivo solo al 10% sull'Uomo, nonostante l'affinità (come una parola di una lingua correlata, ancora comprensibile ma a stento: per es. Amico / Ami); il GH bovino, con più 'lettere/aminoacidi' sostituiti, è del tutto 'incomprensibile' al nostro organismo (un po' come passare da 'Amico' a 'Freund').
Ogni Specie Vivente ha un proprio Genoma (meglio, un bagaglio di Genomi simili); questo Genoma è 'Informazione', riducibile in sintesi a una sequenza di quattro 'lettere', -le 'basi' del DNA e relativi
e tue riflessioni, strane in apparenza, sono invece molto sensate!
Esiste davvero una stretta affinità, non del tutto compresa, tra Sistemi Linguistici e Sistemi Biologici (sia intesi come Specie/Organismi, sia come Eco-sistemi a cui il rapporto tra queste dà origine).

Il linguista R. Jakobson notò analogie tra Codici Linguistici e Codice Genetico (che al variare delle 'sequenze' prodotte dà origine a tutte le Specie viventi, presenti, estinte...e future).
Entrambi hanno 'Ridondanza', se si scambia una lettera in un testo per un refuso, riusciamo lo stesso a capire, in genere; similmente, sostituendo una singola 'base' del DNA, la proteina risultante (spesso) 'funziona' ancora.
Mutazioni 'dannose' sono scartate, come accade per parole/espressioni troppo complesse o sgradevoli all'udito; ma altre sono accolte e arricchiscono il Sistema con la loro varietà, così come accade con la comparsa di nuove Specie.

-Entrambi hanno Doppia (o >) Articolazione (troppo lungo spiegarlo :( )

Le sequenze di aminoacidi (quindi le proteine, e in definitiva le 'caratteristiche' che distinguono le specie tra loro) cambiano nel tempo; esiste una 'percentuale media' di parole che mutano in un dato arco di tempo (e allontanano via via due lingue 'figlie' da un Antenato Comune'), come esiste una percentuale di aminoacidi che cambiano, nel corso dell'evoluzione delle specie (e comparsa di nuove), anch'esse con un 'tempo medio' abbastanza stabile:il c.d.Orologio Molecolare.

Le 'sequenze' possono essere più o meno diverse; per es. l'ormone della crescita (GH) di Scimpanzé, a causa di piccole variazioni è attivo solo al 10% sull'Uomo, nonostante l'affinità (come una parola di una lingua correlata, ancora comprensibile ma a stento: per es. Amico / Ami); il GH bovino, con più 'lettere/aminoacidi' sostituiti, è del tutto 'incomprensibile' al nostro organismo (un po' come passare da 'Amico' a 'Freund').
nucleotidi. Di questo immenso 'repertorio' si eseguono, di volta in volta, solo le 'sequenze' (come dire, si 'usano le parole') che occorrono. Queste sequenze sono trascritte in altre sequenze (RNA) e queste infine in altre, di 20 aminoacidi; che proprio come le 20-30 lettere dei più comuni alfabeti, compongono proteine /'parole', che agiscono, sia 'costruendo' l'organismo, sia operando specifiche reazioni chimiche (enzimi -un po' come 'ordini', parole/istruzioni).

Il Genoma di ciascuna Specie è quindi come un immenso 'dizionario enciclopedico': alcune porzioni / sequenze sono più usate, altre sono ancora presenti, ma inattive, 'obsolete'. Tutti abbiamo ancora i geni che fanno sviluppare la palmatura interdigitale: sono geni 'arcaici', ereditati dai primi Pesci/Anfibi; ma poi vengono 'silenziati/spenti', e molto presto -almeno di norma, nell'embriogenesi umana- la 'palmatura' si riassorbe. Un po' come una 'parola antica' che esiste ancora nei dizionari ma non si usa più e, in un certo senso, viene 'messa a tacere'. Ma c'è comunque...
E quando per accidente, nella variabilità evolutiva, ricompare un animale con dita palmate (come se 'tornasse di moda' un vocabolo antico e abbandonato), questo può essere un handicap (come una persona che parlasse 'antico' in ambienti non colti-sarebbe deriso), ma diventa un vantaggio se l'animale 'mutato' nasce per es. vicino a un fiume pescoso; allora quel tratto 'arcaico' ridiventa utile. Così per es. sono nate le Lontre, da animali 'terrestri' similissimi ai Furetti loro affini.
Sono partito da un livello 'profondo' (le 4 basi del DNA somigliano poi piuttosto ai 'tratti formativi dei fonemi', e gli 'aminoacidi' alle lettere; le proteine alle 'parole', e il Sistema-Animale (o Pianta, Batterio ecc) che di queste è costituito, a un 'Sistema Informazionale Concreto', simile -anche se 'fatto diversamente'- a un Sistema Linguistico.

Ma a un livello 'superiore', si può di nuovo considerare ogni Specie come fosse una 'parola', ora inserita in un Iper-Dizionario Enciclopedico o meglio, in una specie di Narrazione/Commedia Globale: la Biosfera, in cui ogni specie ha un 'significato' e trova un proprio ruolo (o più d'uno).
-Biosfera//Semiosfera.
Secondo Wittgenstein, il 'significato' di una parola corrisponde in realtà alla sua 'funzione', al suo 'uso effettivo' nella realtà di una data Lingua.
Così è per le varie Specie Viventi, nel loro interagire, nel loro 'essere/agire' in un modo che è caratteristico di ciascuna; e ogni Specie, nella ricchezza di Informazione (attuale o 'sopita') che reca 'scritta' nel proprio Genoma, possiede -proprio come una 'parola'- non 'uno', ma una gamma vastissima di potenziali 'significati'.

Proprio su queste basi sto lavorando al difficile progetto di una Lingua, che attinga direttamente a questa 'miniera' di dati che ogni Specie ha in sé
view post Posted: 24/6/2016, 03:28     +1Pet Cryonics - Off-Topic
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Pet-cryopreservation, riflessioni Elenco di messaggi

Rispondi | Inoltra | Elimina Messaggio #156 di 156 < Prec | Succ >

Ciao a tutti,
Ho letto l'articolo sulla Hilton segnalato da Fabio, e qualche
commento popolare a seguire, dai toni ahimé più che prevedibili...
Certo, è sempre pubblicità, anche se c'è il rischio che la massa
associ erroneamente questa pratica a uno di quegli snobismi estremi
riservati per definizione ai soli "vip", e impari a vederlo come una
di quelle tante "trasgressioni", che invece non si perdonano ai "non-
vip"... o più semplicemente, come un lusso economicamente
accessibile solo a questi; e già tanto risente la Crionica, di
questo trito luogo comune...! Fa invece riflettere, che costei non abbia
optato per l'Alcor ma per il ben meno dispendioso "Cryonics Institute" -soluzione
già alla portata di molti... se solo ce ne fosse uno anche qui in Italia/Europa.

Ma immagino che la prospettiva di ibernare i cani possa esser
percepita da molti come l'aspetto più grottesco dell'intera
faccenda, suscitando ilarità o indignazione; entrambe però fuori
luogo, a mio parere, ed anzi il fatto diviene spunto di riflessione.

Preciso che in realtà anch'io stavo da tempo pensando di
criopreservare il mio cane, e non certo per "snobismo" ma
riconoscendo uno status "senziente" e quindi affettivo a questi
Mammiferi, che poi più d'ogni altra specie risultano emozionalmente e
perfino semioticamente "compatibili" con l'Uomo, meritando così di
seguirlo finché si può.
(comprendo almeno in parte lo "specismo" razionale di Fabio, e
benché vegetariano mi rendo conto della dura necessità -spero ancora per poco-
di quella sperimentazione, senza la quale difficilmente vi saranno progressi; ma il mio
specismo è "multidimensionale", non radicato alla
dicotomia "Umano/vs Non-Umano.

Ma indipendentemente dalle mie personali convinzioni e
motivazioni "affettive", vorrei far notare che se si introducesse in
questo Paese, dapprima anche solo su piccola o piccolissima scala,
la pratica della "pet-cryopreservation, ciò potrebbe eventualmente
aiutare a "rompere il ghiaccio" -tanto per restare in tema- in vista
di una futura, speriamo non troppo, accettazione della Crionica
umana.
Non soltanto gli ostacoli di carattere legale/etico/burocratico
sarebbero assai meno gravativi, ma anche l'investimento iniziale
potrebbe essere molto più modesto e accessibile: non sarà la
soluzione canonica costituita dal LN2, ma già un "super-refrigeratore"
elettrico che raggiunge comunque i -150C° può essere acquistato,
leggevo lo scorso anno su Transtopia,
www.transtopia.org/plastination.html -->, per circa 16,000
dollari, non più di una normalissima automobile... e offrirebbe 20-
60 posti almeno, dipendenti dalla taglia degli animali (o almeno 200-600
"neuro-preservazioni"); la temperatura giace comunque al di
sotto di un'importante transizione di fase, collocata
attorno ai -120C°.
E super freezer da -80 sono reperibili, a costi di 4-8mila euro a seconda delle
marche e della capienza, e potrebbero coprire situazioni di emergenza anche
per anni.

Certo anche questo richiederebbe un minimo di organizzazione, di
assistenza veterinaria anche finalizzata alla somministrazione
dei "crioprotettivi" ...ma si sostiene da più parti che una
nanotecnologia avanzata potrebbe comunque riparare ai danni
grossolani e relativamente macroscopici indotti dallo "straight-
freezing", sarebbe perciò sempre meglio che niente. E molto per
cominciare.
Spero che ci siano commenti, suggerimenti e proposte,
ciao,
fabrizio



On 10/27/07, Roberto <http://it.groups.yahoo.com/group/crionica-ibernazione/post?postID=tOuPFN-Nrn9Fm1vVYT0QGc1y3nhax3kQEUMuPqoPJ8CbL9KkW50mXOnnOqhgbmhUuEU-GM4Y4Y-7Gied71H-Ug> wrote:
>
> Fabrizio, a mio modesto parere la tua proposta e'... GENIALE.
>
> MI sembra pratica, fattibile senza problemi legali, sostenibile come
> investimento per chi volesse creare una struttura del genere (noi?),
> ragionevole in termini di costo e di implicazioni altre (per i clienti), da
> essere ragionevolmente candidata a riscuotere un succeso decente anche in
> Italia.
> Mi sembra cioe' che la cosa potrebbe funzionare sia di per se', come
> "business" autonomo, sia come veicolo per promuovere il discorso in termini
> piu' generali.
>
> Alle obiezioni di Fabio ("gli ostacoli nell'accettare l'idea della
> crionica sono gli stessi sia che si tratti di
> esseri umani o animali, quindi non vedo quali vantaggi porterebbe
> un'iniziativa del genere".) rispondo:
> a) costo decisamente inferiore (barriera economica)
> b) impedimenti legali annullati (non c'e' una legge che vieta l'eutanasia
> per gli animali, quindi posso addirittura congelare il mio cane senza
> aspettare che muoia)
> c) minori complicazioni etico/religiose: se decido di congelare il mio
> cane e per questa cosa spendo 10mila euro, non avro' bisogno di
> giustificarmi verso la comunita', non mi sentiro' in colpa verso gli eredi.
> d) il crio-entusiasta puo' disporre (mentre e' vivo) a un costo
> accettabile, della vita di un animale che gli appartiene molto piu'
> facilmente che non della sua o di altre persone, la cui volonta' potrebbe
> andare in direzione diversa
>
>
> E sono talmente convinto che la cosa in questi termini potrebbe funzionare
> che rilancio l'invito agli altri (fabio e tutti gli altri in lista). E'
> ragionevole buttare giu' un business plan, raccogliere investimenti e
> mettere su la prima societa' crionica per animali domestici?
>
> Io ci sono.
> Roberto
.
>
>



Gio 25 Ott 2007 8:26 pm


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g) la chiesa non dovrebbe avere nulla in contrario, gli animali non hanno
l'anima.


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Date: Oct 27, 2007 8:20 PM
Subject: Re: [crionica-ibernazione] Pet-cryopreservation, riflessioni
To: http://it.groups.yahoo.com/group/crionica-...KSosEi9-2bW0yMw


Aggiungo due ulteriori elementi a favore, oltre a quelli gia' elencati, che
rendeno secondo me molto piu' semplice proporre la pet-cryo rispetto alla
human-cryo:

e) in generale, proprio per il fatto che siamo carnivori, abituati a
lavorare sugli animali e a trattarli come cavie da sperimentazione, in
generale il tutto ha molto meno il sapore "macabro" che comunque aleggia
attono alla human-cryo. Nella peggiore delle ipotesi, insomma, stiamo per
mettere su una clinica che fa sperimentazione sugli animali, con l'intento
pero' di salvarli e non di utilizzarli come cavie.

f) Inoltre sugli animali abbiamo gia' dei casi di cryo di successo
(es.SafarCenter for Resuscitation Research, qui un elenco di articoli
interessanti

sul tema: www.safar.pitt.edu/recentpubs.html).


> On 10/25/07, homo.cogitans < http://it.groups.yahoo.com/group/crionica-...REAcGfDSPNn5eR> wrote:
> >
> > Ciao a tutti,
> > Ho letto l'articolo sulla Hilton segnalato da Fabio, e qualche
> > commento popolare a seguire, dai toni ahimé più che prevedibili...
> > Certo, è sempre pubblicità, anche se c'è il rischio che la massa
> > associ erroneamente questa pratica a uno di quegli snobismi estremi
> > riservati per definizione ai soli "vip", e impari a vederlo come una
> > di quelle tante "trasgressioni", che invece non si perdonano ai "non-
> > vip"... o più semplicemente, come un lusso economicamente
> > accessibile solo a questi; e già tanto risente la Crionica, di
> > questo trito luogo comune...! Fa invece riflettere, che costei non abbia
optato per l'Alcor ma per il ben meno dispendioso "Cryonics Institute" -soluzione
già alla portata di molti... se solo ce ne fosse uno anche qui in Italia/Europa.

> > Ma immagino che la prospettiva di ibernare i cani possa esser
> > percepita da molti come l'aspetto più grottesco dell'intera
> > faccenda, suscitando ilarità o indignazione; entrambe però fuori
> > luogo, a mio parere, ed anzi il fatto diviene spunto di riflessione.
> >
> > Preciso che in realtà anch'io stavo da tempo pensando di
> > criopreservare il mio cane, e non certo per "snobismo" ma
> > riconoscendo uno status "senziente" e quindi affettivo a questi
> > Mammiferi, che più d'ogni altra specie risultano emozionalmente e
> > perfino semioticamente "compatibili" con l'Uomo, meritando così di
> > seguirlo finché si può.
> > (comprendo almeno in parte lo "specismo" razionale di Fabio, e
> > benché vegetariano mi rendo conto della dura necessità di quella
> > sperimentazione, senza la quale per ora difficilmente vi saranno progressi; ma il mio
> > specismo è "multidimensionale", non radicato alla
> > dicotomia "Umano/vs Non-Umano.
> >
> > Ma indipendentemente dalle mie personali convinzioni e
> > motivazioni "affettive", vorrei far notare che se si introducesse in
> > questo Paese, dapprima anche solo su piccola o piccolissima scala,
> > la pratica della "pet-cryopreservation, ciò potrebbe eventualmente
> > aiutare a "rompere il ghiaccio" -tanto per restare in tema- in vista
> > di una futura, speriamo non troppo, accettazione della Crionica
> > umana.
> > Non soltanto gli ostacoli di carattere legale/etico/burocratico
> > sarebbero assai meno gravativi, ma anche l'investimento iniziale
> > potrebbe essere molto più modesto e accessibile: non sarà la
> > soluzione canonica costituita dal LN2, ma già un "super-refrigeratore"
> > elettrico che raggiunge comunque i -150C° può essere acquistato,
> > leggevo lo scorso anno su Transtopia,
> > www.transtopia.org/plastination.html -->, per circa 16,000
> > dollari, non più di una normalissima automobile... e offrirebbe 20-
> > 60 '' posti '' almeno, dipendenti dalla taglia degli animali (o almeno 10 volte
> > più "neuro-preservazioni"); la temperatura giace comunque al di
> > sotto di un'importante transizione di fase, collocata
> > attorno ai -120C°.
-E super freezer da -80 sono reperibili, a costi di 4-8mila euro a seconda delle
marche e della capienza, e potrebbero coprire situazioni di emergenza anche
per anni.

> > Certo anche questo richiederebbe un minimo di organizzazione, di
> > assistenza veterinaria anche finalizzata alla somministrazione
> > dei "crioprotettivi" ...ma si sostiene da più parti che una
> > nanotecnologia avanzata potrebbe comunque riparare ai danni
> > grossolani e relativamente macroscopici indotti dallo "straight-
> > freezing", sarebbe perciò sempre meglio che niente. E molto per
> > cominciare.
> > Spero che ci siano commenti, suggerimenti e proposte,
> > ciao,
> > fabrizio
> >
> >
> >
>
>


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Sab 27 Ott 2007 8:23 pm


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Pet-cryopreservation, riflessioni
Ciao a tutti, Ho letto l'articolo sulla Hilton segnalato da Fabio, e qualche commento popolare a seguire, dai toni ahimé più che prevedibili... Certo, è... homo.cogitans
Offline Invia email 25 Ott 2007
8:26 pm

Re: Pet-cryopreservation, riflessioni
Personalmente, non avendo animali da compagnia, devo sforzarmi un po' per capire le motivazioni di chi criopreserva il proprio cane, etc, ma non per questo...
estropico
Offline Invia email 12:08 pm

Re: Pet-cryopreservation, riflessioni
Fabrizio, a mio modesto parere la tua proposta e'... GENIALE. MI sembra pratica, fattibile senza problemi legali, sostenibile come investimento per chi volesse...
Roberto
roberto_butinar
Offline Invia email 8:02 pm

Re: Pet-cryopreservation, riflessioni
Aggiungo due ulteriori elementi a favore, oltre a quelli gia' elencati, che rendeno secondo me molto piu' semplice proporre la pet-cryo rispetto alla ...
Roberto
roberto_butinar
Offline Invia email 8:20 pm

Pet-cryopreservation, riflessioni
g) la chiesa non dovrebbe avere nulla in contrario, gli animali non hanno l'anima. ... From: Roberto <roberto.butinar@...> Date: Oct 27, 2007 8:20 PM ...
Roberto
roberto_butinar
Offline Invia email 8:24 pm





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Edited by fabrizio3 - 27/6/2016, 03:11
view post Posted: 5/1/2016, 03:22     +1prova di "rubare" - Opere in EverLang
Ma no, te lo meriti davvero Anna ;)


Anche l'ape ''troppo grande'' può avere un senso, o meglio in questo caso trasmettere una sfumatura
di senso, che domani cercherò di spiegarti (ma vediamo se la intuisci :) )

- Ah rileggi il mio primo commento, perché era scritto in modo incomprensibile -_- e lo ho corretto ;)
view post Posted: 5/1/2016, 03:13     +1prova di "rubare" - Opere in EverLang
-Per esser bello, è bellissimo ;)
Anzi accentuerebbe ancora mettendoci ancor più falene, ma questo è bellissimo e lo lascerei come sta....

( O anche ingigantirle, o metterle tutte da una parte in modo strano e ''innaturale'' ecc ecc....)

Domani se me la sento ti spiego perché è più ''facile'' trasmettere il significato usando molti elementi, anziché pochi :)
view post Posted: 5/1/2016, 02:48     +1prova di "rubare" - Opere in EverLang
è molto bello davvero, complimenti Anna :o:

E' vero che io per primo mi rendo conto di quanto sia difficile isolare '' l'idea - parola - concetto'' dalla composizione pittorica, e quindi suggerire l'idea di un messaggio-parola, dove invece l'osservatore
può esser portato a vedere ''solo immagine'', e per es. in questo caso, a supporre che si sia voluto semplicemente rappresentare un alveare ; che, per puro caso ma come può comunque capitare, si trovi assediato dalla tipica falena 'saccheggiatrice''....

E' difficile insomma isolare l'idea, e far capire che invece ci interessa proprio esprimere la relazione, tra >Api e falena Acherontia, col suo senso univesale di saccheggiare, derubare ecc ecc...


- Però ci sono degli stratagemmi per evidenziare, e tu forse a intuito ne hai usato uno : ossia, hai
rappresentato l'alveare ''assediato'' da due di queste falene, (cosa che non credo mai accada, semmai è una sola, che poi ingannando le guardiane con il verso emesso, penetra per rubare il miele).

- Avendone rappresentate due insieme, non è più una scena ''normale'' ma è come se volessi
far capire, sottolineare, che stai mettendo in evidenza la Acherontia, e con essa, il suo ruolo ( = significato) di ''ladra, saccheggiatrice'' ecc ecc,che essa presenta nei confronti delle api e del miele custodito negli alveari.

Credo che per essere più ''univoci'' occorra comporre delle combinazioni con più tipi di elementi; ma per essere una semplice combinazione a solo due elementi (e sono le più ambigue e quindi difficiili da far capire!), penso che tu abbia avuto un approccio molto valido, oltre a realizzarlo in modo esteticamente non meno valido :)

Edited by fabrizio3 - 5/1/2016, 03:26
view post Posted: 18/10/2015, 22:58     +1versatile - Opere in EverLang
Allora devi considerare che io stesso, ''inventando'' EverLang, per anni e anni ho messo insieme
concetti che sembravano ''oggettivi'' e quindi validi in assoluto,pian piano rendendomi conto
che avevano invece punti deboli...e ci è voluto tempo e anzi, questo progetto mi ha ''costretto''
a migliorare forse le capacità logiche e critiche, uscendo -quello che è più difficile- dal
''percorso già tracciato''...

Quindi , se ti dico che stai ''ingranando'' e avvicinandoti sempre più allo spirito chiave di questa
inedita lingua, devi fidarti ;)
Progredisci anzi molto veloce, e solo in parte questo è dovuto alle mie ''correzioni e spiegazioni''
(non tutti le capirebbero!) e molto perché ti stai facendo tu stessa un'idea sempre più chiara :)
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