Neurolinguistica e ConLangs: Riflessioni sul No-Shuyue

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view post Posted on 19/10/2011, 15:45     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)

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Ho accennato alle caratteristiche della mia prima ConLang, il No-Shuyue, e della sua grammatica agglutinante ( = dotata di un set di prefissi-infissi-suffissi invariabili, variamente combinabili tra loro a esprimere ogni possibile aspetto di verbi, sostantivi ecc...)

Retrospettivamente, posso dire che il suo maggior interesse risiede proprio nel fatto che lo concepìi con tale struttura grammaticale, simile in pratica a quella di lingue come il Kiswahili, il Turco, il Coreano, il Giapponese.
Tutte lingue di cui però, al tempo (13 anni) ancora non avevo nozione alcuna.

Conoscevo solo lingue 'flessive'; iniziavo proprio allora a studiare da solo l'Arabo, che pur differenziandosi dalle lingue Indoeuropee per la 'flessione interna'( tipica delle Lingue Semitiche), resta sempre una lingua 'flessiva' come quelle indoeuropee, e del tutto diversa da quella che stavo sviluppando.

Ciò mi fornì importante materia di riflessione quando -pochissimi anni più tardi- venni a conoscenza dell'esistenza delle Lingue Agglutinanti come categoria strutturale definita, accingendomi quindi allo studio di alcune di esse.

Fu inevitabile domandarmi, una volta resomi conto dell'esistenza di un simile e così critico spartiacque, 'che cosa' avesse spinto in origine alcune etnìe/popolazioni ad adottare e (sempre inconsapevolmente) sviluppare un modello linguistico 'agglutinante' piuttosto che uno 'flessivo' (o uno 'isolante' -come è il caso del Cinese, che lascia 'immodificati' i morfemi, le 'parole').

Ma allo stesso tempo, ricordandomi del mio 'vecchio' lavoro glossopoietico, mi resi conto che questo -il No-Shuyue- aveva una struttura grammaticale proprio di tipo agglutinante, rientrando perciò a pieno titolo in questa categoria 'Altra' ... e mi domandai, con curiosità ancora più ardente, 'da dove' potessi aver mai ricavato una simile struttura, così diversa e allo stesso tempo così caratteristica, senza averla mai conosciuta né incontrata.

Volevo assolutamente comprendere come/perché, nel cervello di chi come me era stato esposto, dalla nascita, solo a lingue dalla grammatica 'flessiva' (l'Italiano è così), potesse sorgere spontaneamente -e in modo improvviso- un modello grammaticale così radicalmente diverso e 'lontano'.

L'idea -che resta valida per quanto oggi discussa- di Noam Chomsky, del carattere innato della Grammatica (al di là delle differenti tipologie esteriori che poi questa presenta nelle diverse lingue), implicava necessariamente il carattere innato di entrambe le strutture in questione: 'flessiva' e 'agglutinante'.

-Ma, mi chiedevo:

1) tale innatismo (che consisterebbe nell'esistenza di specifici 'cablaggi' neurali congeniti, nelle Aree Corticali preposte al Linguaggio), comporta l'esser nati con i circuiti neuro-linguistici di una Grammatica Agglutinante, piuttosto che di una Flessiva?
E questa diversa condizione è forse ereditaria, e (quindi) correlata in qualche misura al gruppo etnico d'origine?

2)
O è forse soltanto un'elevata 'plasticità neurale' ciò che consente la concezione e lo sviluppo di una Grammatica Agglutinante (o di altro genere), anche a chi fosse nato con le 'impostazioni' di una Grammatica Flessiva (e cresciuto in perenne immersione nella medesima); e viceversa..?

3)
O è invece possibile che *entrambi* i sistemi, e altri ancora, e le numerose varianti di ciascuno, siano *tutti* già presenti nei cablaggi neuro-linguistici innati, e che solo l'esposizione -dopo la nascita- a questo o a quel modello linguistico determini la 'selezione', lo switching di un sistema grammaticale (e relativi circuiti neurali) e il suo progressivo 'rinforzo' a discapito dell'altro, i cui corrispondenti 'circuiti' andrebbero allora via via obliterandosi..?
(Sarebbe un esempio tipico di Potatura sinaptica /Synaptic pruning ) http://en.wikipedia.org/wiki/Synaptic_pruning

Ciò mi portò a riflettere a lungo e in generale su quanto potesse esser profondo il livello di 'innatezza' delle potenziali strutture linguistiche, fino a pervenire a una conclusione (quella dello switching precoce di UN determinato modello, tra i tanti congenitamente pre-impostati), molto vicina a quella oggi dominante nella linguistica 'ufficiale'.

-Tuttavia, anche se la dinamica usuale è probabilmente quella (disponibilità innata di *tutti* i modelli grammaticali - e poi *selezione/attivazione* solo di quello proprio della lingua madre cui si è esposti), resta ancora da chiedersi 'che cosa' renda possibile, in un cervello già 'adulto' (almeno linguisticamente), questa repentina 'commutazione'.

E anche 'che cosa' spinga una persona ad 'attivare' questa latente opzione del proprio hardware neurale.

-Penso che l'argomento della Plasticità Neurale sia il più idoneo a render conto di entrambi i fenomeni. Fu sicuramente questo, almeno nel mio caso, a render possibile la 'Neo-Creazione' di una struttura linguistica (ormai) inesistente / dimenticata; mi appare come la spiegazione più plausibile, o almeno come il fattore più determinante.

Il cervello di un Homo noeticus è molto probabilmente dotato, in misura significativa, di quelle caratteristiche di 'non-vincolo locale' che il filosofo Transumanista Riccardo Campa giustamente ritiene proprie del 'Post-Umano', ossia dell' 'umano' le cui categorie siano (almeno in parte) esito di scelta critica, personale e autogena, non di 'imprinting ambientale passivo' legato al dove/quando si è nati e vissuti.www.google.it/url?q=www.estr...Fh8UJxR6LWhqBAw (vedere l'ultimo paragrafo, 'Ma l'uomo di domani sarà migliore di quello di oggi?')

Al contrario di Homo sapiens, che appunto 'sa', perché dotato di un cervello che 'impara', che immagazzina più o meno agevolmente -ma sempre passivamente- qualunque dogma, nozione, legge (o altra scempiaggine estrema) gli venga proposta/imposta, Homo noeticus (= pensante, intellettuale) è caratterizzato da un cervello che 'pensa', che ragiona e che va Oltre; un Cervello non sempre eccellente nel frusto computare meccanico (ma che può in compenso progettarsi da solo una Calcolatrice digitale, a 17 anni), e ancor meno eccellente nel supino 'memorizzare nozioni' (tanto più se insulse e imposte in forma di 'pacchetto preconfezionato tutto-incluso'), ma che in compenso valuta e critica autonomamente ogni singolo contenuto presentatogli; in ciò assistito da una Razionalità decisamente più avanzata di quella tipica di Homo sapiens, tra l'altro.

(Anche se, va specificato, per Homo noeticus detta ''razionalità'' è solo uno Strumento, non già un punto d'arrivo e un limite, se non addirittura un pagano Idolo, come è per quegli esemplari di Homo sapiens che se ne ritengono, a torto a ragione, più dotati dei loro conspecifici, e che spesso con ciò tradiscono solo un profondo Materialismo/Immanentismo, indizi questi piuttosto di Inferiorità).

E' un cervello, quello di Homo noeticus, che, al contrario di quello di Homo sapiens, mai potrà esser soppiantato / reso superfluo od obsoleto da elaboratori sempre più efficienti (come neppure delle I.A.); perché le sue Proprietà ricadono nel dominio dell'Ontologico, non del Pragmatico/esecutivo (dove già oggi una 'macchina' può aver facilmente la meglio e di gran lunga su qualsiasi 'cervello umano', vedi Deep Blue vs il povero ''campione'' Kasparov).

E' un Cervello da cui emerge una Mente Critica, ma anche Creativa , in contesti favorevoli (''creatività'' non intesa nel senso mercenario o meccanicistico che ha per Homo sapiens).
Mentre le pseudo-facoltà critiche di Homo sapiens si esprimono (prevalentemente) nell'arcaica forma di 'Giudizio--->Graduatoria (interpretazione unidimensionale e riduttiva della Realtà =discriminazione), o -peggio- nella forma di Giudizio-->Condanna/Punizione' -atti innegabilmente distruttivi e null'altro, n.b.-, la Critica di Homo noeticus, assai più articolata, si sviluppa su 'più coordinate' e non si esprime quindi 'unidimensionalmente', sotto forma di riduttive e avvilenti graduatorie.
Al contrario, Homo noeticus vede e rispetta l'Unicità di ogni condizione ; senza con ciò perder di vista -come fa invece Homo sapiens- la Rete di Relazioni che la unisce al Tutto.

- Homo noeticus non invocherà mai 'punizioni' per ciò che non condivide o non capisce, auspicando semmai soluzioni costruttive per quegli errori, da cui realmente derivasse un danno concreto altrui.

La Critica di Homo noeticus, passando attraverso la Comprensione in cui si sublima -o almeno tenta di farlo-, mira sempre alla Costruttività e, non fermandosi a questa, cerca il suo compimento nella Creatività.

Non soltanto Homo noeticus prova un'esigenza innata e insopprimibile a svincolarsi da categorie e schemi impostigli 'per default' -tendenza questa, a cui è senza dubbio riconducibile l'interesse precoce per Lingue (Culture, ecc) esotiche e lontane dalla propria, per riprendere l'esempio di Riccardo Campa; ma addirittura, egli giunge a provare il desiderio di crearne di nuove, laddove quest'atto racchiude tanto l'anelito creativo, quanto quella all'Autonomia Culturale/Mentale.

-Associo questo complesso di caratteristiche a un'accresciuta estensione della Corteccia Frontale -nella cui superficie son poi ricomprese, non a caso, alcune delle 'aree del linguaggio'; l'altezza/ampiezza relativamente maggiore della fronte/volta cranica, che almeno nel mio caso è abbastanza evidente, potrebbe essere un indizio esteriore -anche se non più che un indizio, n.b.-, di questa accresciuta estensione corticale, tipica della Nuova Specie.

Pensiero Critico, Creatività, ma anche Tolleranza, Lungimiranza, ampiezza dell' Orizzonte Associativo ecc ecc, sono tratti tradizionalmente associati alla Corteccia Frontale, 'ultima arrivata' e più caratteristico tratto della 'Ominazione/Umanizzazione'.
-E' questo il più tipico tratto distintivo (esteriore) di Homo noeticus.


homonoeticusvshomosapie


Anche se non ci si aspetta nessun ''riscontro'' da parte d bertucciame accademico&co, è evidente come differenza di proporzioni craniche, in termini puramente allometrici, sia ancor più pronunciata di quella che divide Homo sapiens da suo antenato e affine Homo erectus (il c.d. 'Pitecantropo') ; anche se *questa* distinzione il mainstream cattedricolo curiosamente l'accetta...!

Tuttavia, ben più dei tratti morfologici esteriori, è la (micro)struttura interna quella che distingue in definitiva il noeticus.

Questa speciazione, quali ne siano le dinamiche, è ancora in corso d'opera, e potremmo facilmente trovarci di fronte a individui dalla fronte alta che risultano però perfino più ottusi della media di Homo sapiens; e al contrario, di autentici Evoluti nei quali la morfologia esterna non lascerebbe nulla sospettare.
e quali che siano la sua struttura cranica e in generale il suo aspetto esteriore, un vero ConLanger ha sempre un'elevata probabilità di essere davvero Homo noeticus, o almeno di esservi assai prossimo).

-Affacciandomi molto più di recente, per mezzo del Web, all'universo (davvero variegato e complesso) dei ConLangers, ho appreso che una porzione significativa di questi opta proprio per Grammatiche di tipo Agglutinante: non so se ciò accada scientemente (perché già si conoscono Lingue 'naturali' agglutinanti), o invece piuttosto perché esiste, autentica, questa tendenza di fondo alla struttura 'agglutinante'; e in tal caso, mi domando se/in che misura questa possa esser legata alla 'Personalità del ConLanger', in particolare.
www.google.it/url?q=www.zomp...kDOmteaPt6qMkGw

Occorre sottolineare come una Grammatica Agglutinante non sia in sé indizio di una Lingua più 'aperta' , o che sia comunque più vicina alla condizione Homo noeticus.

[color=yellow]Infatti, nella lingua giapponese (o coreana ecc), la struttura 'invertita' della sintassi di base, che obbliga in pratica a 'iniziare dalla fine' una qualunque frase/periodo, sembra poco favorevole al dispiegarsi di un Pensiero Divergente, 'aperto' : presupposto, almeno potenzialmente, della Creatività. Non è un caso se, a fianco di un'Efficienza quasi spasmodica, in queste culture il concetto di 'Creatività individuale' fatica spesso ad affermarsi.

,-Il solo fatto che una lingua, 'naturale' o 'artificiale', usi una componenzialità 'agglutinante' per esprimere aspetti del verbo o di altre parti del discorso, non la rende quindi automaticamente 'simile' al giapponese o altre lingue affini, nel complesso; lingue il cui studio, almeno sommario, resta comunque interessante, se non altro proprio in quanto occasione per esplorarne la 'diversità'.

In ogni caso, la 'scelta agglutinante' è ovviamente significative solo nel caso di un ConLanger la cui Lingua madre (o altre lingue note /studiate) non sia di tipo agglutinante; e

Se fosse verificata anche questa seconda ipotesi, si potrebbe comunque già affermare che nello spirito del ConLanger esiste una netta tendenza a 'svincolarsi / allontanarsi' da schemi imposti, perciò da strutture linguistiche native; per poi quindi ritrovarsi, forse come opzione alternativa principale, a concepire una lingua situata nell'orbita di quelle c.d. 'agglutinanti'.
-In fondo, per lo Spirito di Autonomia Ideale che all'origine -ne son convinto- lo sospinge, il ConLanger tende sempre un po' alla condizione di 'Post-Umano' o, più concretamente, di Homo noeticus, quando addirittura non vi si identifica pienamente.

Edited by fabrizio3 - 4/2/2015, 15:43
 
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