Validazione di EverLang, Principii alla base della validità di composizioni in EverLang

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view post Posted on 7/10/2011, 00:22     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)

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Qualunque opera d'Arte (ma forse qualunque artefatto umano in generale) possiede una propria 'semiosi', un 'significato' più o meno definito che può esserle imposto dall'Autore o liberamente attribuito dal Fruitore.
Si potrebbe anzi addirittura concludere che esista una vera e propria 'impossibilità di non-significare', per qualunque opera/atteggiamento umano (e non solo umano, come vedremo).

Esiste una specifica 'Semiotica dell'Arte Figurativa', disciplina autonoma finalizzata all'analisi di un'Opera sotto questo profilo. http://it.wikipedia.org/wiki/Semiotica_della_pittura
Ne considereremo i diversi aspetti man mano che se ne presenterà l'occasione, sempre però tenendo conto della necessità di ampliare e modificare le classiche categorie di valutazione, in relazione alla semiosi radicalmente nuova che viene alla luce con EverLang, e che la caratterizza in modo esclusivo.


Ogni Opera d'Arte costruita secondo EverLang, al di là di tutto questo, possiede infatti necessariamente anche una specifica valenza linguistica; che si possa poi farla corrispondere a una singola parola o piuttosto a una perifrasi, a una frase complessa con uno spettro concettuale diffuso, in questa o quell'altra lingua umana.

A differenza di qualsiasi Lingua / Sistema Linguistico mai concepito, però, EverLang non si basa su convenzioni arbitrarie.

Ciò che una combinazioni di immagini/icone sulla tela 'significa', non è in alcun modo 'deciso' dall'Autore, che esercita invece la propria abilità concettuale nel trovare, nel novero delle situazioni relazionali già date in Natura, uno o più 'modelli' idonei a rappresentare linguisticamente ciò che ha in mente.
Non sono previste indicazioni d'altro genere; non ci sono, né devono esserci indizi al di fuori dell'Opera (e del Sistema Linguistico Naturale su cui essa è concepita) a indicarne il 'significato'.

Tutto il 'significato' deve esser contenuto nell'Opera, nelle icone che compaiono nella composizione rappresentata; e questa da sola deve bastare a veicolarlo.

è sì vero che ogni Opera (quadro, scultura) realizzata in EverLang viene proposta con un proprio 'titolo', ma questo va inteso solo come un ausilio divulgativo immediato, una 'traduzione al pubblico' del senso della combinazione rappresentata.

Si tratta solo di un aiuto per facilitarne la comprensione da parte del fruitore ordinario, sopperendo a quella (comprensibilissima) carenza di nozioni 'biologico/scientifiche', in senso lato, che affligge la cultura di massa. Non è inteso come una 'traduzione di un messaggio arcano' o, peggio, come un titolo 'casuale' affibbiato a un'opera il cui contenuto sia altrettanto casuale e indeterminato.

Al contrario (almeno in teoria), una conoscenza abbastanza ampia delle Relazioni Naturali (in ambito zoologico/etologico/fisiologico/psico-evoluzionistico umano), congiunta a una capacità di sintesi e di ragionamento logico ben sviluppata, è condizione sufficiente per comprendere 'da soli' il significato di ogni Opera composta in EverLang; per 'leggerla', letteralmente.

Proprio come se fosse una testo in una 'Lingua Straniera', intendibile però senza averla studiata e senza dover ricorrere a dizionarii di sorta.

Non dovrebbe insomma occorrere alcuna spiegazione esplicita, per capire che l'accostamento delle immagini (in sé incongruente) di un Geco, di una Lingua e di un Occhio definisce l'idea di 'detergere, lavare' ecc.; perché è proprio quello, che in Natura caretterizza il rapporto specifco /Lingua*Occhio/ riguardo a /Geco/, unico Organismo / Ente Reale noto che 'si deterga gli occhi con la lingua' e in riferimento al quale, quindi, la relazione /Lingua*Occhio/ modellizza l'idea di 'detergere'.
www.youtube.com/watch?v=0ty2r-h99dU


Non dovrebbe poi essere necessaria alcuna ulteriore spiegazione per capire che, se due altri elementi qualsiasi -chiamiamoli 'X' // 'Y' - sono rappresentati nell'opera, connessi rispettivamente a /Lingua/ e a /Occhio/, il tutto comporta il 'messaggio' che : 'X deterge Y'...

-Nel momento in cui l'Autore si rendesse conto che 'occorre una spiegazione' alla propria Opera, che vada al di là del fornire nozioni oggettive di Scienze Naturali, dovrebbe considerare invalidata la propria idea.

Occorre porsi nei panni di un 'Alieno' : ossia di un Soggetto che, disponendo solo di nozioni 'universali/oggettive', di carattere scientifico/naturalistico (da testi, ma anche attingendo direttamente dalla Realtà circostante), si trovi di fronte a un'Opera in EverLang.
Questo ipotetico soggetto va immaginato privo di qualunque retaggio o riferimento culturale con l'oggi, e con qualsiasi civiltà / convenzione sociale e simbolica umana, di qualsiasi epoca e località.

L'Opera in EverLang dovrebbe esser concepita in modo tale da:

1) suggerire anzitutto l'esistenza di un 'messaggio', al di là delle singole icone rappresentate;

2) Includere tutti gli elementi (o anche solo parte di essi, se si vuole conservare vaghezza di senso), necessarii e sufficienti, quasi formassero un set di 'coordinate', a definire il 'Significato' del messaggio in questione.

Il primo requisito è soddisfatto da una 'incongruenza topologica' della composizione, sia pure nel rispetto della 'riconoscibilità' delle singole icone.

Un 'occhio' (o più occhi, e di forma variabile ad libitum -purché 'riconoscibili'), una 'lingua' (o in altri casi un naso, una bocca, un piede ecc ecc), nel Mondo Reale non se ne stanno così 'per proprio conto'; con un 'Geco', poi, la cui immagine si lega o variamente si interpone alle loro.
Sarebbero semplicemente 'fuori posto'; di qui la definizione sopra data, Incongruenza Topologica'.
Non è insomma una situazione che si dia spontaneamente (né che quindi normalmente si incontri), nella Realtà.

Ma è proprio la 'deviazione' dalla Norma, la 'improbabilità del messaggio', a comportare un maggior Carico Informazionale del medesimo. - Definisco Scarto Semiòtropo questa 'differenza/deviazione', generatrice di Significato.

L'Osservatore intelligente dovrebbe quindi cogliere una valenza 'meta-iconica' nella Composizione, un esplicito 'messaggio' che ne emerge*, al di là delle immagini.
Nella Realtà, sia 'occhio' che 'lingua' fanno parte di 'Geco', come elementi funzionali e integrati nel suo Essere (e con le specifiche caratteristiche che li contraddistinguono nella Categoria zoologica 'Geco'); ci sono, sì, ma connessi al 'tutto' e secondo una precisa topologia anatomica.
Non 'significa' quindi nulla di particolare, che il 'Geco' raffigurato abbia 'Occhi' e 'Lingua'; e questo, semplicemente perché è del tutto normale che li abbia, così come è normale che abbia 'Testa', 'Bocca', 'Narici', 'Dita' ... e altre parti del corpo.

Non c'è nulla, nell'immagine completa di 'Geco', che faccia capire che la Relazione, l'aspetto funzionale che vogliamo prendere come 'modello di significato', ha per protagonisti proprio 'Occhio' e 'Lingua', e non altri organi.

Perché dunque rappresentarli in modo 'separato', esplicito, se non per far convergere l'attenzione dell'osservatore proprio su di loro, sulla loro proprietà e sul loro rapporto specifico in relazione all'Ente 'completo' che con essi appare raffigurato, ossia il Geco?
Ecco : questo è un espediente per 'metterli in evidenza', facendone degli Enti 'autonomi', nell'ambito della stessa composizione.

Tra i tanti organi/apparati del Geco, ci si sta evidentemente riferendo 'proprio a questi due', e a essi soltanto; e quindi, allo specifico rapporto che tra di loro (nel Geco) intercorre.

E grazie a questa (dis)articolazione esplicita, che 'scinde/e poi riunisce' le parti, si fissano le Coordinate che definiscono il 'Significato'; e sarà del tutto irrilevante il modo di raffigurare /Geco/, non cambierà nulla se la posa in cui lo si rappresenta non suggerisce affatto l'azione di 'pulirsi gli occhi con la lingua'.

-Per contro, se pure si raffigurasse direttamente (e soltanto) un Geco con la lingua appoggiata su di un occhio (a mo' di 'istantanea' della sequenza motoria con cui la fa scorrere sul medesimo, per pulirlo), l'Opera non veicolerebbe in modo determinato e univoco il senso di 'detergere/pulire' ecc ecc... L'Osservatore sarebbe autorizzato a vedervi 'semplicemente' un Geco, magari notando che è stato ritratto nell'attimo in cui esegue la pulizia di cui sopra; ma nessuno specifico 'significato linguistico' emergerebbe necessariamente da quell'immagine.
(Lo stesso varrebbe anche, si noti bene, per un filmato/animazione che rappresentasse l'intera sequenza nel suo svolgersi).
Nulla potrebbe far pensare, in modo univoco, che non si voleva semplicemente 'rappresentare un Geco' (accidentalmente intento in questa o altre operazioni), ma che piuttosto si intendeva 'isolare' una caratteristica naturale e tipica di questo piccolo Rettile in senso semiotico specifico, per 'modellizzare' l'idea generalizzata di 'lavare/detergere' ecc...
-Potrebbe esser benissimo stato solo un caso, insomma, se l'Artista ha scelto di rappresentare un Geco in quella posa e in quell'atto piuttosto che non in un altro qualunque osservabile.

Se però si 'isolano', e quindi si pongono in evidenza gli specifici Enti coinvolti (/Occhio / /Lingua/, sotto forma di icone corrispondenti), non si può più ignorare il riferimento a 'qualcosa', che l'Autore intendeva comunicare, e che 'riguarda' in modo specifico /Occhio/ e /Lingua/ (sempre in riferimento a /Geco/).

Ora risulterà anche chiaro il perché /Geco/ possa esser raffigurato in qualsiasi atteggiamento e posa; non è 'quello', infatti, che influisce sul 'significato' (almeno non sul 'Significato Primario', n.b.).
Quest'ultimo emerge da un Atto Articolatorio: dapprima 'scissi' dal tutto, gli Elementi interessati alla Relazione (/Lingua//Occhio/) sono riproposti come autonomi e vanno ad 'articolarsi' con la totalità dell'Ente (Geco) in cui interagiscono, e rispetto al quale la loro interazione *ha significato* (o almeno, ha *quel* Significato).

Definisco Schismo-deìssi la 'separazione' di una Parte dal Tutto, finalizzata a metterla autonomamente in evidenza e in 'contrasto' (da Skhizo = divido, e Deiknymi = indico).

-Per il secondo punto, ossia -una volta compreso che 'esiste un messaggio'- capire 'che cosa significa' il messaggio in questione, deve valere il riferimento alla Natura/Realtà, da solo (per quanto poi trasposizioni /traslazioni e altre operazioni logiche possano essere necessarie a pervenire a un senso compiuto; come del resto in qualunque processo di comprensione semio-linguistica umano).

Il nostro 'alieno', che dobbiamo provare a immaginare privo non solo di 'dizionarii' (che per EverLang sono in linea di principio inesistenti, oltretutto), ma anche di testi di Scienze Zoologiche, nel 'peggiore dei casi' non dovrebbe far altro che cercare, trovare e osservare pazientemente un Geco, nel Mondo Reale, fino ad accorgersi -se è abbastanza intelligente- del 'modo specifico' in cui questo usa la lingua, in rapporto agli occhi.
Osservando e valutando a sufficienza anche il Mega-Contesto (ossia le altre Specie viventi), l' 'alieno' si renderebbe conto ben presto che questo comportamento è particolarmente 'significativo' in quanto peculiare del Geco (o quand'anche fosse presente in altre specie, si tratterebbe comunque di una -ancora più che significativa- minoranza).

A questo punto, ammettendo un'Intelligenza che sappia cogliere Modelli e Analogie, l'ipotetico 'alieno' dovrebbe comprendere che, se un qualunque 'X' è (graficamente) connesso a un'immagine di /Lingua/, un qualunque 'Y' a una di /Occhio/ e quella di un /Geco/ le accompagna entrambe, allora l'Opera nel suo insieme 'vuol dire' che un certo 'X' sta detergendo/pulendo ecc ecc, un certo 'Y'.

-In definitiva, quello che più caretterizza l'Interpretazione di un 'testo' in EverLang (che sia questo un dipinto, un collage fotografico complesso ecc ecc), è la possibilità di 'verificare', nella Realtà 'esterna', il Valore effettivo di ciascuna combinazione di Elementi: il poterne accertare sempre il Significato.

Nessuna Lingua esistente, né 'naturale' né progettata che sia, consente questa 'verifica esterna', che chiamerò 'Riscontro Reale Semiotico'.

La Validazione del Significato in EverLang ricorda da vicino, nelle sue modalità, la 'Ripetibilità' che è richiesta per convalidare un'affermazione in campo scientifico ( possibilità di formulare in modo univoco un 'esperimento' che possa poi esser ripetuto, fornendo sempre e ovunque -in teoria- gli 'stessi risultati', a mo' di conferma).
Anche se in EverLang vige sempre una certa 'elasticità' e una Logica di tipo 'fuzzy' (come è bene d'altra parte che sia per qualunque Lingua davvero viva e funzionale), se pure 'si avessero dubbi' sul senso del rapporto X ---- Y nell'esempio riportato, o si ipotizzasse che il significato possa non essere quello di 'X deterge Y', basterebbe ancora una volta cercare, 'Là Fuori', i 'Referenti Reali' della Relazione data.

Basterà osservare un Geco, e (ri)verificare che la sua /LIngua/, rispetto ai suoi /Occhi/, svolge quel determinato genere di azione, che (in italiano) etichettiamo con la stringa di grafemi/fonemi convenzionali 'd-e-t-e-r-g-e-r-e', o 'p-u-l-i-r-e' ecc ecc.

Questo rende EverLang molto più simile nella sua struttura profonda alla Scienza, per es. alla Chimica, che non a una qualunque 'Lingua' esistente.

Le 'Lingue' non sono infatti mai suscettibili di analoghe 'verifiche'.

E' vero sì, che si può 'accertare' il senso di una parola/espressione ignota, attraverso il 'riscontro' della Comunità Parlante di quella data lingua (dai testi, all'uso comune che ne fa la popolazione).

Ma tutto questo continua a non avere alcuna 'validità oggettiva', al di fuori dell'insieme di convenzioni arbitrarie che quella determinata popolazione ha supinamente accolto, ciascuno fin dalla sua infanzia, e altrettanto supinamente (e precariamente) tiene in vita.

Qualunque 'Lingua', col suo lessico e le sue regole, è in definitiva molto simile a un insieme di 'leggi', decise del tutto arbitrariamente e variabili, da un tempo all'altro e da un Paese all'altro.


EverLang è all'opposto assai simile, nel suo corpus e nella sua struttura, a un insieme di Proposizioni formulate in un ambito scientifico. Non così 'rigide', ma pur sempre ispirate, almeno nelle premesse, a criteri di 'riscontro / verificabilità oggettiva'.
Questo rende Everlang 'unica', tra tutti i Sistemi Linguistici sinora concepiti



E mentre 'd-e-t-e-r-g-e-r-e', 'p-u-l-i-r-e', ecc ecc, perderebbero di colpo qualsiasi 'significato' non appena venisse integralmente a mancare la Società/Sistema Culturale che per convenzione attribuisce loro un senso, il complesso /Lingua*Occhio*Geco/ (o altre combinazioni equivalenti), pur nell'apparente 'ingenuità' che può muovere al sorriso i superficiali, quel 'senso' continuerebbe invece a conservarlo
.

-Anche se questa discontinuità culturale /'Fine della Civiltà' resta ovviamente da intendersi come uno scenario del tutto ipotetico, proiettarsi in un simile scenario rappresenta un prezioso esercizio filosofico.
Si imparerebbe, forse (almeno chi possiede le basi neurali per riuscirvi), a 'guardare dall'esterno' a quell'insieme di 'norme/convenzioni/regole', accettate aprioristicamente da masse supine come dogmi e Verità Assolute, quando le loro 'fondamenta' sono in realtà quanto di più inconsistente e vano si possa immaginare.

-Porsi 'nei panni dell'Alieno', non solo rappresenta un essenziale 'reality check' per saggiare la validità di un'Opera in EverLang, ma rappresenta anche,molto più in generale, un importantissimo esercizio di MetaCoscienza': la Coscienza tipica di Homo noeticus, che permette di osservare la Realtà da altri (e più obbiettivi ma anche etero-soggettivi) punti di vista, e comunque a emanciparsi dalla 'postazione visuale' in cui il Caso, l'Educazione e le Circostanze ci hanno relegati..
Premessa essenziale, questa, per lo sviluppo di una forma davvero autentica di Tolleranza ; non ipocrita, non banalmente conformista o passiva come è di regola tacitamente intesa, ma attiva e capace di fungere da premessa per Costruttività e Realizzazione Personale.

Fabrizio Lucente / Homo noeticus

* (nota) - L'incongruenza topologica di un'Opera EverLang -come nell'accostamento /Occhio//Geco//Lingua/- potrebbe esser superficialmente interpretata come stilistica di tipo 'surrealista'; ma la ricerca di relazioni 'reali', che nel caso di EverLang esistono sempre e comunque, consente sempre di pervenire a quella 'lettura linguistica' definita, che invece è assente da un'opera 'solo' surrealista, il cui 'linguaggio' resta comunque confinato nella componente 'analogica', la sola, questa, che sia tradizionalmente accessibile al Linguaggio delle Arti.

Edited by fabrizio3 - 4/5/2018, 15:00
 
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